La prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del colon retto. E’ il tema del convegno in programma domani, giovedì 21 novembre (dalle 9.00 alle 17.00), al Centro Famiglia di Nazareth di Modena (Strada Formigina 319). Gli operatori sanitari coinvolti nel programma di screening – che interessa i cittadini residenti o domiciliati tra i 50 e i 69 anni d’età di entrambi i sessi – faranno il punto sui risultati di attività dell’ultimo biennio sugli obiettivi da conseguire nei prossimi anni, come la riduzione della incidenza e della mortalità dei pazienti affetti da tumore al colon retto.
Una giornata di formazione e aggiornamento alla quale parteciperanno, tra gli altri, anche il Direttore sanitario dell’Azienda USL Cristina Marchesi, il Direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena Anselmo Campagna, il Coordinatore per la Regione Emilia-Romagna degli Screening oncologici Carlo Naldoni e il presidente della Società scientifica GISCOR (Gruppo Italiano Screening Colon Retto), Romano Sassatelli.
I dati dello screening
Sono oltre 80mila i modenesi che hanno aderito allo screening nel corso degli ultimi due anni. Soltanto nell’ultimo ciclo di inviti sono stati diagnosticati circa cento nuovi tumori.
Statisticamente, il 30% delle persone che effettua l’approfondimento tramite endoscopia dopo aver riconsegnato il test per la presenza di sangue occulto nelle feci, evidenzia lesioni pre-tumorali o tumorali del colon retto.
Lo screening, infatti, ha un ruolo determinante anche nella prevenzione e nel riconoscimento della presenza di lesioni pre-cancerose del colon retto (adenomi) che spesso possono precedere lo sviluppo di un vero e proprio carcinoma (sono 900 i casi accertati di adenoma avanzato tra il 2011 e il 2012).
Per l’efficacia e il buon funzionamento di un sistema multidisciplinare come lo screening è fondamentale il coordinamento delle competenze e l’integrazione delle diverse figure professionali coinvolte, dal professionista di laboratorio fino all’oncologo per una presa in carico del cittadino. Determinante, inoltre, è il ruolo del medico di medicina generale che, oltre a collaborare nel promuovere l’adesione al test, in caso di riscontro di lesione affianca e supporta il proprio assistito nel percorso diagnostico e terapeutico avviato.