Negli ultimi anni l’Angola è stato il Paese africano con la crescita più elevata, trainata principalmente dall’estrazione petrolifera (copre il 95% dell’export e l’80% delle entrate statali). Non solo petrolio però. L’Angola, una delle “stelle nascenti” dell’Africa sub-sahariana, ha infatti varato un vasto programma di diversificazione dell’economia a cui le imprese italiane possono contribuire con la fornitura di tecnologie, beni e servizi.
Dall’agroindustria, all’edilizia, alla farmaceutica, sono tanti gli ambiti che possono essere di particolare interesse. Proprio le nuove opportunità economiche offerte dall’Angola, sono state al centro del “webinar”, il seminario on line previsto nell’ambito del progetto “L’internazionalizzazione a portata di click”, ideato dal Ministero degli Esteri e dall’Unioncamere Emilia-Romagna per favorire nuove opportunità di conoscenza dei mercati.
Con punto di riferimento la sede di Unioncamere regionale a Bologna, ben 140 imprese, di cui 52 emiliano-romagnole, hanno potuto collegarsi – via web – con la capitale Luanda e dialogare a distanza con potenziali interlocutori angolani, esponenti delle associazioni di categoria e di istituzioni, per scoprire come avvicinarsi nella maniera più efficace a quel mercato.
“Il webinar è un canale di dialogo diretto ed immediato che supera le distanze – ha affermato Guido La Tella, ambasciatore Direzione Generale Sistema Paese Ministero degli Affari Esteri -Consente un primo approccio a nuovi mercati soprattutto alle piccole e medie imprese che si distinguono per dinamismo e flessibilità. Il Governo italiano è fortemente impegnato a promuovere l’internazionalizzazione, attraverso l’informazione tempestiva e l’accompagnamento partner delle imprese sui mercati esteri anche con il supporto della rete diplomatica”.
Nel 2012 la crescita del Pil in Angola è stata dell’8,4% (15esimo al mondo).
La mappa delle opportunità di affari è molto ampia: le produzioni italiane hanno notevole possibilità di espansione, dai settori più consolidati a quelli di nicchia.
“L’Angola è il terzo partner commerciale dell’Italia nell’Africa sub-sahariana, dopo Sudafrica e Nigeria, senza tener conto del fenomeno delle triangolazioni commerciali con Portogallo e Sudafrica – ha detto Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna – E’ il Paese che sta registrando il più elevato livello di sviluppo nell’area, grazie soprattutto agli introiti derivanti dall’attività petrolifera e del commercio dei diamanti, ma si sta ponendo l’obiettivo di diversificare le proprie attività produttive slegandosi dagli ambiti tradizionali. Sono proprio questi fattori a costituire un valido presupposto per il consolidamento della presenza italiana nel Paese”.
Macchinari, prodotti agroalimentari, metalli, mezzi di trasporto, apparecchi elettrici costituiscono le principali voci dell’export italiano verso l’Angola.
Da tempo il governo di Luanda è impegnato in una massiccia attività di sviluppo delle infrastrutture (porti, strade, ferrovie, impianti idroelettrici) e di edilizia urbana, che alimenta una forte domanda lungo l’intera catena dei materiali e dei componenti per edilizia e impiantistica civile.
A ciò vanno aggiunti i dinamici rapporti bilaterali tra i due Paesi. “Due sono le parole chiave in prospettiva – ha sottolineato da Luanda Giuseppe Mistretta, ambasciatore d’Italia in Angola – Innanzitutto, partenariato tra imprenditori per estendere i rapporti già in essere. Quindi, formazione per rispondere al bisogno di know how delle aziende locali”.
L’Angola è stato il 44/o Paese in ordine cronologico a confermare la sua presenza ad Expo 2015, dove avrà uno spazio espositivo di circa 2mila metri quadrati. “La partecipazione all’Expo 2015 può costituire un punto di incontro per la creazione di un cluster del caffè che metta insieme la capacità di produzione angolana e l’affermato know how italiano– ha commentato Marinella Loddo, direttrice dell’Ufficio ICE di Milano – Il piano nazionale di sviluppo varato dal Governo angolano potrà dare spazio, in diversi settori a partire dalle infrastrutture, a possibilità di collaborazione che l’attività dell’Ice potrà supportare favorendo iniziative mirate ed incontri, oltre a valorizzare il ruolo delle reti di impresa”.
La voce delle imprese
“Il nostro obiettivo è offrire qualità accessibile – ha evidenziato Riccardo Cavanna, vice presidente UCIMA (Unione costruttori macchine automatiche) – La capacità di un servizio completo per tutto il ciclo di vita del prodotto, che comprende anche la formazione. Le macchine italiane sono caratterizzate da giusta qualità e grado di flessibilità adeguato alle esigenze per aiutare gli imprenditori dei mercati emergenti”.
Maria Gorni, presidente consorzio Consobiomed (30 aziende orientate all’export) e titolare dell’impresa leader di mercato RI.MOS. srl di Mirandola (Mo), ha tracciato un quadro delle potenzialità di sviluppo nei mercati esteri del settore biomedicale (prodotti monouso e apparecchiature elettriche) concentrato nell’area nord di Modena che è tra i più importanti d’Europa ed ha un grado di internazionalizzazione pari al 40%. “Nella nostra attività, per esportare, dobbiamo conoscere bene conoscere leggi e regolamenti dei paesi esteri – ha sottolineato Maria Gorni – In Angola, l’azienda Rimos è già presente. Ci sono prospettive di crescita, ma è necessario riuscire a superare alcuni vincoli burocratici legati al deposito delle merci”.
“L’Angola è un hub per il commercio internazionale grazie alle sue estese risorse naturali. Ha ottimi fondamentali economici – ha aggiunto Massimo Rustico consigliere diplomatico ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) – Il piano di sviluppo delle infrastrutture potrà consentire di riequilibrare l’attuale situazione rispetto alle diverse aree del Paese. L’Angola può essere un partner importante, specie per le nostre piccole e medie imprese di eccellenza. La prossima edizione, la 50esima, del Saie, alla fiera di Bologna nell’ottobre 2014, potrà essere una occasione per conoscere e fare accordi di business”.
Investire in Angola
L’Angola riveste un ruolo di primo piano nell’Africa Sub-Sahariana e no solo. Secondo la Banca Africana dello Sviluppo, con il Sudafrica, il Kenya, la Nigeria e il Sudan è leader economico del continente.Da un decennio, fatta salva la battuta d’arresto del 2010 conseguente alla crisi internazionale, il settore infrastrutturale e delle costruzioni è in costante espansione. Tra il 2002 e il 2011, anche per effetto di rilevanti investimenti pubblici (49,5 miliardi di dollari nel periodo), il suo tasso annuale medio di crescita è stato del 18,5%. Molto importante per l’economia del Paese il mercato delle costruzioni che ha generato nel 2012 l’8,9% del PIL. Al riguardo, vi è da tenere conto che molte delle infrastrutture del Paese risentono ancora degli effetti della lunga guerra civile.
Il settore della sanità rappresenta il 5% del PIL. Per il 2013 il Governo ha destinato al comparto 3,5 mld. di dollari, spesa che prevede di aumentare sensibilmente nei prossimi anni. Va tenuto conto che l’Italia in passato è intervenuta con importanti progetti di cooperazione in questo settore.
L’agricoltura, che attualmente non produce al massimo del suo potenziale e contribuisce al 12% circa del PIL è ritenuta uno dei principali motori del processo di diversificazione dell’economia che il Governo sta tentando di lanciare, anche al fine di dare un sostanziale impulso all’occupazione. Per il 2013 il Governo ha stanziato circa 4 mld di dollari nel settore manifatturiero – al momento limitato ad alcune piccole e medie imprese – per incentivare la crescita delle attività produttive. In particolare, si ricordano i programmi “Promozione, incentivazione e sviluppo di attività economiche” (3,2 mld. USD) e “Angola Investe” (0,6 mld. USD), destinato alle micro, piccole e medie imprese.