L’innovativa e rivoluzionaria tecnica Greenlight laser è stata presentata in diretta via satellite ad alta definizione durante le sessioni di live surgery presso il centro congressi di Riccione. Il trattamento laser della prostata è stato trasmesso dal Complesso chirurgico dell’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna alla sede del congresso che riunisce oltre 600 urologi provenienti da tutta Italia.
L’ingrossamento della prostata (IPB ), che colpisce circa l’ 80 % degli italiani over 50, può oggi essere risolto con Greenlight, il laser “a raggio verde” che vaporizza solo il tessuto prostatico in eccesso. L’intervento mininvasivo, a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale, si può effettuare in regime di one day-surgery ,cioè con una sola notte di ricovero.
LA PIU’ DIFFUSA – “L’ipertrofia prostatica benigna – l’ingrossamento della prostata”, spiega il professor Giovanni Ferrari primario di Urologia e Andrologia all’ Hesperia Hospital di Modena, “è la malattia più diffusa negli uomini over 50; in Italia è seconda solo all’ ipertensione arteriosa. L’IPB incide pesantemente sulla qualità di vita, con disturbi che interessano le vie urinarie, come la difficoltà a urinare, l’insopprimibile urgenza-frequenza minzionale e, nei casi più gravi, la completa ritenzione urinaria, che richiede l’urgente ricorso al cateterismo. L’IPB può causare anche disfunzioni sessuali, impotenza e problemi di eiaculazione”.Quando la prostata si ingrossa, ostacolando il passaggio dell’urina e la terapia medica non è più efficace, è necessario togliere il tessuto in eccesso, causa del problema.
UNA NUVOLA DI VAPORE – “La recente metodica, messa a punto negli USA, sfrutta l’azione di un laser al triborato di litio ad alta potenza, che vaporizza con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico trasformandolo in bollicine di vapore e ripristinando una normale funzione urinaria. Rispetto agli interventi del passato, Greenlight salvaguarda la potenza sessuale e la continenza urinaria”.
SENZA BISTURI – “Greenlight laser è una procedura mininvasiva che si effettua per via endoscopica in anestesia spinale. La fibra laser, introdotta dal pene con un sottile cistoscopio, raggiunge l’area ipertrofica e vaporizza il tessuto prostatico in eccesso fino a una adeguata apertura del canale uretrale senza provocare sanguinamento”.
UNICA TECNICA per i malati cardiovascolari in cura con ANTICOAGULANTI, presenta meno rischi per i portatori di PACEMAKER “Rispetto all’elettroresezione endoscopica tradizionale (TURP), l’intervento chirurgico più impiegato negli ultimi 50 anni e che può causare emorragie e richiedere trasfusioni, Greenlight laser coagula istantaneamente i vasi dell’area trattata senza causare sanguinamento, consentendo di operare in tutta sicurezza anche pazienti ad alto rischio emorragico in trattamento con antiaggreganti. Questi pazienti possono infatti essere operati senza interrompere la terapia (come al contrario è d’obbligo per gli interventi chirurgici tradizionali). Inoltre il “laser verde“ è il più indicato per i pazienti con pacemaker, perché non causa interferenza elettrica con lo stimolatore cardiaco”.
IL SESSO E’ SALVO …E ANCHE LA COPPIA Greenlight tutela la potenza sessuale. Sottolinea il professor Ferrari: “Nessun paziente ha sviluppato impotenza: il laser non causa danni ai nervi dell’erezione posti a ridosso della prostata non causa incontinenza ed evita recidive a conferma che la metodica offre reale e definitiva soluzione per l’IPB”. Il nuovo laser rimuove il tessuto vaporizzandolo evita il ricorso – come invece avviene nella resezione con i laser ad olmio e al tullio – alla frantumazione – con un morcellatore (un vero e proprio frullatore endoscopico) delle aree trattate per poterle estrarre dal canale uretrale con possibili rischi correlati, come ad esempio lesioni alla vescica”.
MINIMI DISTURBI POST-OPERATORI – “Tra gli altri vantaggi di Greenlight figurano: la ripresa immediata della minzione, il ricorso al catetere per 12-24 ore – contro le 72 della TURP -, la degenza ridotta (con evidente risparmio di posti letto) e rapida ripresa della normale attività a pochi giorni dall’intervento”.
LISTE DI ATTESA E POSTI LETTO – “Ogni anno in Italia vengono effettuati migliaia di interventi per IPB, una non trascurabile percentuale dei quali ancora con tecniche invasive, a cielo aperto, che comportano degenze fino a 5-7 giorni e quindi un significativo impatto sull’occupazione dei posti letto. La fotovaporizzazione laser caratterizzata da degenza breve, determina una riduzione dei giorni di degenza con vantaggi, in periodo di spending-review, in termini di costi sanitari e di liste d’attesa (che secondo Cittadinanzattiva sono di oltre 8 mesi)”.
A CARICO DEL SSN – La nuova rivoluzionaria tecnica laser, già impiegata con successo in più di 500mila pazienti nel mondo, è disponibile, a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale SSN, presso 16 centri ospedalieri della Penisola. La casistica complessiva è oggi di oltre 1.000 interventi.