Una delegazione sudcoreana di venti persone, composta da imprenditori e rappresentanti di istituti governativi, ieri mattina ha fatto visita alla USCO, azienda capofila dell’omonimo gruppo leader a livello internazionale nei prodotti per macchine movimento terra. Modena è l’unica tappa italiana di un tour europeo che la rappresentanza asiatica completerà nei prossimi giorni in Svizzera e Germania.
L’incontro è stato organizzato da Usco insieme a Kotra Milano, il distaccamento italiano dell’agenzia governativa sudcoreana che supporta il commercio estero. Il motivo? Studiare e capire i meccanismi che governano le Pmi italiane e che ne fanno uno straordinario esempio di successo industriale.
Il tessuto produttivo coreano è infatti composto prevalentemente da grandi gruppi, spesso multinazionali, e dunque manca quel livello intermedio tipico dei distretti industriali italiani e che si caratterizza anche, come nel caso di USCO, per una peculiare filosofia nelle relazioni con dipendenti, clienti, fornitori ed istituzioni.
I rapporti di Usco con la Corea del Sud risalgono al 2005, quando il gruppo modenese compra una partecipazione paritetica in Kut, azienda che produce catene, suole e settori per sottocarri cingolati. Nel 2011 Usco assorbe il 100 per cento delle azioni Kut e ne diventa l’unico proprietario.
«Un sentito ringraziamento», afferma il presidente di USCO Massimo Galassini, «per questo attestato istituzionale di stima da parte di un grande Paese nel quale l’Italia si dovrebbe rispecchiare per ritrovare le proprie radici e la propria cultura industriale e tutti i valori che da essa scaturivano».
