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Internet: in Commissione regionale relazione sullo stato d’attuazione della legge 11/2004

internetIl documento illustrato oggi in commissione Bilancio affari generali e istituzionali, presieduta da Marco Lombardi, in seduta congiunta con la commissione Statuto e regolamento, presieduta da Giovanni Favia, di cui riportiamo, in sintesi, alcune parti, serve a fare il punto sullo stato d’attuazione della legge 11/2004, sullo sviluppo regionale della Società dell’informazione, rispondendo ai quesiti posti dalla clausola valutativa del testo normativo, che – si legge nella relazione – focalizza in particolare l’attenzione sulla pubblica amministrazione, sulle infrastrutture di rete e sullo sviluppo del “sistema informativo regionale”, che viene considerato come il sistema complessivo dei servizi che si è andato sviluppando nell’ambito della Community Network Emilia-Romagna.

Nel testo si parla quindi dell’attuale Piano telematico dell’Emilia-Romagna, valutando in particolare la diffusione e l’utilizzo della banda larga sia nella pubblica amministrazione, che tra cittadini e imprese.

GLI STRUMENTI E GLI ATTORI DELLA GOVERNANCE ICT

E’ la stessa legge 11 che definisce gli strumenti e gli attori della governance ICT (Information communication technology) regionali, attraverso cui raggiungere gli obiettivi prefissati e promuovere lo sviluppo della società dell’informazione emiliano-romagnola. Tra questi ricordiamo: il Piano Telematico dell’Emilia-Romagna (PiTER o piano regionale per lo sviluppo telematico, delle ICT e dell’e-government), che costituisce la cornice programmatoria che si concretizza in linee guida strategiche declinate a loro volta in programmi operativi annuali; il Community Network dell’Emilia-Romagna (CN-ER), costituita dall’intesa su cui si fonda la collaborazione tra Regione ed Enti locali per attuare interventi e misure e garantire lo sviluppo diffuso e concertato dell’e-government regionale; Lepida spa, che è lo strumento operativo della Community Network per lo sviluppo e la gestione omogenea e unitaria delle reti di telecomunicazione, per un’ordinata evoluzione verso le reti di nuova generazione e per garantire la realizzazione e l’erogazione dei servizi tecnologici inclusi nell’architettura di rete, in coerenza con le linee guida del Piano Telematico.

L’ATTUALE PIANO TELEMATICO DELL’EMILIA-ROMAGNA

Il PiTER (Piano telematico dell’Emilia-Romagna) 2011-2013, rispetto alla programmazione annuale 2013, ha previsto complessivamente circa 79,30 milioni di euro contro i 189,89 milioni impegnati per il PiTER 2007-2009. Prosegue, quindi, l’impegno della Regione nel sostenere nuove progettualità e, al tempo stesso, la gestione e l’ulteriore sviluppo dei servizi derivati dalle precedenti programmazioni. I progetti dei Piani telematici sono coordinati in buona parte dalla Regione e da Lepida, ma non manca la partecipazione attiva anche degli Enti locali. Per la prima volta, – riporta il documento – le linee guida identificano e riconoscono veri e propri “nuovi diritti di cittadinanza” che la Regione e il sistema degli Enti locali vogliono garantire e tutelare. Si tratta del diritto di accesso alle reti tecnologiche, con l’obiettivo di contrastare il digital divide, specie nelle zone montane per i cittadini e per usi socialmente rilevanti; del diritto di accesso all’informazione e alla conoscenza, allo scopo di contrastare il knowledge divide (divario di conoscenza e uso delle tecnologie) attraverso la creazione di percorsi di alfabetizzazione informatica e azioni di inclusione digitale; del diritto di accesso ai servizi alla persona e alle imprese, con cui si intende la realizzazione e messa a disposizione dei cittadini e delle imprese di spazi virtuali omogenei dai quali poter gestire l’intera gamma delle interazioni con la pubblica amministrazione anche in ambito sanitario; del diritto di accesso ai dati, mediante interventi strategici in materia di open data; dell’intelligenza diffusa nel territorio urbano-Smart City, con azioni connesse all’uso delle tecnologie per l’integrazione tra reti infrastrutturali e servizi già presenti nei territori urbani, loro miglioramento e valorizzazione.

Il documento riporta quindi i dati in risposta ad alcuni quesiti valutativi, il primo dei quali riguarda in che misura la connessione a banda larga sia operativa e diffusa fra le pubbliche amministrazioni operanti sul territorio regionale.

ALCUNI DATI

Dai dati emerge che, in Emilia-Romagna, lo sviluppo della società dell’informazione nelle sue componenti principali, cittadini, imprese e pubblica amministrazione, ha mostrato dal 2010 una crescita costante. L’accesso e l’utilizzo delle tecnologie è generalmente al di sopra della media nazionale ma, per quanto attiene all’utilizzo delle tecnologie, risente della distanza del nostro sistema Paese dalla media europea.

Per quanto riguarda i servizi interattivi online della pubblica amministrazione (su un campione considerato di 23 servizi), nel 2012, il 66 per cento della popolazione poteva accedere a 10-15 servizi, contro il 55 per cento del 2011 e il 48 per cento del 2010, mentre a più di 15 servizi nel 2012 poteva accedere il 25 per cento della popolazione, contro l’1 per cento del 2010. Tutti gli Enti locali in Emilia-Romagna, a eccezione di una forma associativa, sono inoltre dotati di una o più caselle di posta elettronica certificata e 348 Comuni hanno online lo Sportello unico delle attività produttive.

Il documento segnala, quindi, che nel 2012 circa il 61,5 per cento delle famiglie emiliano-romagnole, il 2 per cento in più del 2010, possedeva un personal computer e il 59 per cento, circa il 6 per cento in più che nel 2010, possedeva almeno un accesso a Internet da casa. Il dato della nostra regione in termini di connessioni a Internet è al di sopra del dato nazionale e in linea con il dato delle regioni del nord-est.

Nel 2011, le famiglie emiliano-romagnole connesse a Internet con almeno un componente tra 16 e 74 anni (che rappresentano il 55 per cento delle famiglie totali) erano il 64 per cento, staccandosi di 9 punti percentuali rispetto alla media Ue a 27 membri.

Le famiglie connesse a Internet con almeno un minorenne (il 25 per cento delle famiglie della regione) sono l’84 per cento del totale di questa tipologia. Le famiglie connesse a Internet composte solo da anziani (con componenti solo di età superiore ai 64 anni, che sono il 24 per cento delle famiglie totali) possiedono un accesso a Internet nell’8 per cento dei casi. Per quanto riguarda i cittadini, nel 2012 gli utenti Internet erano il 57 per cento della popolazione emiliano-romagnola (più 6 per cento rispetto al 2009): di questi, il 52 per cento usa la rete regolarmente, almeno una volta a settimana.

Nel 2011, quindi, il 55 per cento della popolazione con più di 6 anni ha utilizzato Internet meno della media lo utilizzano le donne, gli anziani, le persone con basso livello di scolarizzazione, o che non lavorano, mentre vanno oltre la media regionale uomini, giovani, persone con elevato livello di scolarizzazione, persone che lavorano, studenti, ecc.

Sempre considerando la media regionale, pari al 55 per cento, gli uomini usano Internet più delle donne, il 60 per cento contro il 50 per cento, lo utilizzano l’89 per cento dei giovani fra i 16 e 24 anni, ma si va al di sopra della media regionale (84 per cento) anche con gli adulti con età tra i 25 e i 44 anni.

E’, infine, tra la popolazione che partecipa attivamente al mondo del lavoro che l’uso di Internet regolarmente risulta più diffuso: il 75 per cento di questo campione utilizza la rete, la usa il 73 per cento di chi è in cerca di occupazione, mentre Internet risulta diffuso solo tra il 15 per cento delle casalinghe o di chi si è ritirato dal mondo del lavoro.

Il confronto con il dato europeo (Ue 27 membri) del 2011, riferito alla popolazione in età compresa tra i 16 e i 74 anni, mostra un ritardo della nostra regione rispetto all’utilizzo di Internet in generale, il 62 per cento contro il 73 per cento, e rispetto all’utilizzo regolare, il 55 per cento contro il 68 per cento. La distanza dall’Europa per quanto riguarda l’uso di Internet si riduce significativamente a solo il 3 per cento se si considera la quota di utenti che utilizzano la rete assiduamente. Rilevante anche il dato della popolazione esclusa dall’accesso alla rete: il 34 per cento della popolazione emiliano-romagnola non ha mai usato Internet rispetto al 24 per cento della media europea a 27 membri.

Le imprese con più di 10 addetti che utilizzano un Pc e Internet erano, nel 2011, rispettivamente il 97 e il 94 per cento. Questo livello di diffusione è in linea con ciò che avviene a livello nazionale e europeo. La percentuale di imprese con più di 10 addetti con connessione a banda larga in Emilia-Romagna non è cresciuta nel 2011 rispetto al 2010 Significativa è invece la distanza dall’Europa della quota di addetti che utilizzano PC ed Internet almeno una volta alla settimana durante l’attività lavorativa che nella nostra regione è inferiore rispettivamente di 7 e 8 punti percentuali rispetto alla media dell’Unione europea.

Nel documento si parla, inoltre, delle forme di divario digitale tuttora esistenti e delle iniziative che si intendono realizzare per superarle e del livello di sfruttamento delle potenzialità del sistema informativo regionale da parte delle pubbliche amministrazioni. Per maggiori informazioni sullo sviluppo digitale del territorio e sulle azioni della Community Network Emilia-Romagna, si vedano il sito: http://www.regionedigitale.net/.

IL DIBATTITO

Al centro del dibattito il tema della corrispondenza della relazione rispetto alla clausola valutativa contenuta nella legge 11.

A parere di Giovanni Favia (Misto), la relazione è corretta dal punto di vista del metodo, mentre disattende il dettato normativo sotto il profilo temporale, la legge, infatti, è del 2004 e la cadenza della relazione avrebbe dovuto essere biennale. Ciò dimostra – ha aggiunto – una “scarsa attenzione da parte della Giunta”. Lo sviluppo della società dell’informazione è prioritario per Franco Grillini (Misto), perchè ha una “fortissima incidenza” sul rapporto tra sviluppo tecnologico e benessere economico. E’ quindi importante conoscere quale contributo abbiano dato le nuove tecnologie al sistema economico regionale. Grillini teme anche un divario del nostro Paese rispetto alla Ue, se l’Italia non si doterà di una nuova infrastruttura digitale. Per Andrea Pollastri (Pdl) molte cose sono state fatte, ma occorrono passi avanti, visto che non è chiaro se ci sia la proporzione fra le risorse investite e i risultati, a fronte delle numerose criticità sollevate sulle differenze di copertura fra città e zone collinari. Perplessità ripresa anche da Fabio Filippi (Pdl), che ha puntato il dito sui disservizi registrati nelle zone appenniniche del reggiano.

 

















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