«L’aumento del lavoro nero e/o irregolare è figlio di una crescente fragilità del mercato del lavoro. Per questo alla repressione del fenomeno bisogna affiancare politiche attive del lavoro». Lo dichiara Pasquale Coscia, responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl, commentando i risultati dei controlli effettuati dalla task force contro il lavoro nero coordinata dalla Prefettura di Modena. «I dati confermano che il lavoro nero e/o irregolare è sempre più diffuso. Le cause sono molteplici – afferma Coscia – Da un lato c’è un certo clima culturale che porta a comprendere, se non addirittura a giustificare, gli imprenditori che violano le regole. Dall’altro c’è la crisi, che ha reso sempre più fragile il mercato provinciale del lavoro, come confermano i numeri aggiornati sulla cassa integrazione. Ad agosto la cig in deroga, quella cioè concessa alle piccole imprese, ha superato 1,7 milioni di ore, il dato più alto dall’inizio dell’anno. Servono politiche attive del lavoro e politiche industriali da parte della Regione». Il sindacalista Cisl spiega che devono funzionare meglio i Centri per l’impiego, che non favoriscono a sufficienza l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, la presa in carico dei lavoratori espulsi dalle imprese e la formazione, non sempre mirata alle esigenze delle aziende. Quanto alla repressione, per Coscia è importante dimostrare alle imprese e ai lavoratori che lo Stato non tollera la violazione delle regole e usa i suoi strumenti per farle rispettare, soprattutto in questo periodo di grave crisi economica. «I lavoratori irregolari, italiani o stranieri che siano, sono le prime vittime del fenomeno e vanno, perciò, tutelati in ogni sede per aiutarli a uscire da situazioni che non di rado mascherano ricatto e sfruttamento», conclude il responsabile delle politiche del lavoro per la segreteria provinciale della Cisl.
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