“In questi giorni che precedono il Cersaie, abbiamo ricevuto fondati reclami in merito ai prezzi applicati dalle nostre strutture ricettive. I reclami arrivano sia da turisti business che vengono a Bologna per la fiera, sia da turisti che per altre motivazioni vorrebbero recarsi nel nostro territorio. È sufficiente visitare un qualsiasi sito di prenotazioni on line per scoprire, ad esempio, che in questi giorni per una notte un b&b chieda 470 euro per la matrimoniale, peraltro con il bagno in comune, e un 4 stelle proponga una doppia a 689 euro a notte, colazione esclusa, e non si tratta di casi isolati. Così l’Assessore provinciale Graziano Prantoni.
“Ciò deve indurci a una seria riflessione sulla politica dei prezzi praticata nei periodi fieristici nella nostra città – continua Prantoni – a fronte di una concorrenza nel settore, attuata in maniera assai competitiva anche da città a noi vicine, dotate di infrastrutture di livello almeno pari alle nostre e di un’offerta ricettiva quantitativamente assai superiore e disponibile a prezzi molto diversi da quelli applicati da noi.
Ovviamente siamo ben consapevoli del fatto che le fiere rappresentano la nostra alta stagione, in cui si intensifica la domanda ed è fisiologico un aumento delle tariffe, peraltro funzionale alla possibilità di offerte al di fuori di tali periodi. Tuttavia, nell’ottica di un proficuo rilancio della nostra Fiera e del turismo ad essa collegato a vantaggio dell’intera città, è giusto interrogarsi sulla sostenibilità di una politica dei prezzi di questo tipo, proprio nel momento in cui si stanno finalmente canalizzando gli sforzi di ciascun Ente e associazione verso l’obiettivo comune dello sviluppo turistico della destinazione.
Non è possibile da un lato ragionare strategicamente per il futuro dell’area metropolitana bolognese anche in chiave turistica, come abbiamo fatto nel Piano Strategico Metropolitano, e impegnarsi nel rafforzamento, e relativo riposizionamento, della sua brand reputation, come stiamo facendo con il progetto Brand Bologna, mentre dall’altro affermiamo nei fatti un’immagine di noi basata su tariffe e servizi come quelli descritti nei reclami.
Se, infatti, non bisogna generalizzare a partire dal caso specifico di singole segnalazioni, tuttavia occorre tenere presente che reclami di questo genere non sono affatto isolati e prestare la massima attenzione al problema, che è reale. Oltretutto in questo ambito l’unico controllo possibile delle istituzioni è la verifica della corrispondenza tra la tariffa applicata e la tariffa massima dichiarata, senza possibilità di intervenire sulla cifra. Non possiamo quindi offrire alcun rimedio a questa follia, se non impegnarci a promuovere il dialogo con gli operatori del settore perché si ponga in atto un ripensamento generale in materia prezzi.
Per sollecitare questa riflessione, ho già condiviso il mio pensiero con le associazioni di categoria degli albergatori e gli altri livelli istituzionali del territorio, affinché non si ripetano gli stessi errori già commessi in passato, in ben altro contesto economico e turistico per Bologna, quando il turismo era solo d’affari e si potevano applicare prezzi molto elevati. Oggi lo scenario è ben diverso, la città si pone obiettivi di turismo leisure, ma anche volendo cavalcare le potenzialità del segmento affari, non si può ignorare che nell’attuale contesto economico la capacità di spesa delle aziende è notevolmente diminuita ed è molto più facile che in passato trovare altrove soluzioni alternative”.