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Si allevia in regione la crisi del commercio

lavoro-commessaConsumi ancora in caduta nel secondo trimestre 2013. Tuttavia le vendite, diminuite del 4,8 per cento rispetto all’analogo periodo del 2012, sono calate meno rispetto al trimestre precedente (-7,9 per cento). Questa l’indicazione principale che emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione tra Camere di commercio, Unioncamere Emilia-Romagna e Unioncamere.

L’effetto di questo parziale rallentamento della caduta ha condotto ad un alleggerimento delle giacenze. La quota delle imprese che le giudicano eccedenti si è ridotta al 12,3 per cento, il livello minimo degli ultimi 15 mesi.

Le tipologie. Le vendite al dettaglio specializzato in prodotti alimentari hanno incontrato le maggiori difficoltà (-6,1 per cento), ma non sono andate meglio quelle del dettaglio specializzato in prodotti non alimentari, -5,5 per cento. La tendenza negativa interessa anche le vendite di prodotti alimentari e non, degli ipermercati, supermercati e grandi magazzini, che hanno comunque ulteriormente contenuto la diminuzione allo 0,4 per cento.

La dimensione delle imprese. L’andamento delle vendite continua a mostrare una forte correlazione con la dimensione aziendale, con una specie di effetto soglia. È stato pesante per la piccola (da 1 a 5 addetti) e media (da 6 a 19 addetti) distribuzione, (-6,8 e -6,0 per cento rispettivamente), mentre le imprese di maggiore dimensione, da 20 addetti in poi, hanno subito la flessione più contenuta degli ultimi cinque trimestri (-1,4 per cento).

Il registro delle imprese. Le imprese attive nel commercio al dettaglio al 30 giugno 2013 erano 47.894. Rispetto ad un anno prima sono leggermente diminuite (-0,5 per cento, 221 unità), a fronte di una sostanziale stabilità a livello nazionale (-0,2 per cento). Sono le società di persone e le ditte individuali a determinare la riduzione, più duramente colpite anche dalla restrizione del credito.

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