Siamo sconcertati dalle dichiarazioni del presidente dell’Area Meccanica Confimi Modena e del direttore generale Apmi/Confimi che sulla vicenda Firem avanzano argomentazioni tese a giustificare la scelta di delocalizzare in Polonia come “una semplice scelta di sopravvivenza”.
Non è accettabile attribuire alla Cgil e alla Fiom l’equivalenza “tutti gli imprenditori modenesi uguale padroni delle ferriere”: mai questa semplificazione è appartenuta al nostro modo di interpretare il ruolo dell’impresa e degli imprenditori modenesi!
Anche perché consideriamo sbagliato e superficiale prestare il fianco a strumentalizzazioni che servirebbero a dare copertura a quegli atteggiamenti imprenditoriali che consideriamo gravissimi e che un tessuto sociale ed economico sano, come quello modenese, dovrebbe unanimemente condannare!
Ribadiamo che è inaccettabile la logica di contrapporre il diritto al lavoro sempre a qualcosa: Marchionne contrappone il lavoro ai diritti, la famiglia Riva il lavoro alla salute, e la Firem contrappone il lavoro alla competitività.
L’impresa ha un ruolo sociale (così come recita la Costituzione) e quando un imprenditore fa una scelta deve tener conto degli effetti che questa avrà sui propri dipendenti e sul territorio. Quei dipendenti e quel sistema territorio che in questi 50 anni hanno permesso alla Firem di nascere, crescere e fare profitti.
Il problema della competitività delle imprese modenesi e italiane, è un problema reale, che va affrontato, non scappando ma confrontandosi, anche con le parti sociali, e investendo in innovazione, sviluppo e in qualità di prodotto e di processo produttivo, e non puntando solo alla riduzione del costo del lavoro.
La Cgil di Modena, ha saputo dare prova di responsabilità trovando in molti casi soluzioni alle problematiche aziendali, garantendo allo stesso tempo le tutele per i lavoratori e non impoverendo il tessuto produttivo del nostro territorio.
Per queste ragioni respingiamo con forza quelle argomentazioni che pur, criticando il metodo, tendono a giustificare la scelta di delocalizzare.
La questione Firem ha messo nudo tutti i limiti della legge 428/90 sul trasferimento d’impresa oggi inconciliabile con il nuovo scenario globale che spinge sempre più imprese a decidere di portare fuori le attività dal nostro Paese.
Serve una revisione della legge che metta più vincoli e deterrenti alla delocalizzazione, con politiche utili a ricercare maggiore competitività di sistema, per mantenere le imprese sul nostro territorio, scongiurando in futuro episodi simili a quello della Firem.
Infine, sarebbe importante che, a partire dal sistema di rappresentanza delle imprese modenesi, si evitassero sterili polemiche e ci si concentrasse maggiormente sulla possibilità di trovare risposte e soluzioni che, come dimostra il confronto attivato in queste settimane, possano garantire continuità produttiva e occupazionale della Firem sul territorio modenese.
(Tania Scacchetti, segretario generale Cgil Modena – Cesare Pizzolla, segretario generale Fiom/Cgil Modena)