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Giovani e mondo del lavoro, odg proposto dal Gruppo Socialisti al Senato

giovani_Il Gruppo Socialista al Senato – rende noto la Federazione del Partito Socialista di Modena – ha proposto l’ordine del giorno che segue per superare le difficoltà che incontrano i giovani ad accedere al mondo del lavoro.

 

S 974

Conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia

Ordine del giorno

Il Senato,

in sede di esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia;

considerato che:

– il dibattito sulle difficoltà che i giovani incontrano per inserirsi nel mondo del lavoro, per poter realizzare le loro legittime aspirazioni ed ambizioni, riempie da mesi le pagine dei principali giornali italiani ed è al centro di numerosi studi di importanti università;

– i recenti articoli di stampa rivolti ai giovani descrivono le alterne fortune del praticante avvocato, l’esclusione dei giovani nella società italiana, in generale, e nel mondo del lavoro in particolare. Tali articolo riportano riflessioni varie che fotografano perfettamente la situazione di stallo della vita italiana, del mondo del lavoro, delle professioni e dell’impresa;

– un muro di gomma resistente ed impermeabile, impenetrabile per chi non appartiene alle categorie protette dei lavoratori a tempo indeterminato ovvero ai circoli ristretti dei soliti noti.

– eppure qualcosa si potrebbe fare, come per esempio ridurre il prelievo fiscale nei loro confronti o anche prevedendo le quote giovani nei consigli di amministrazione delle società quotate o negli ambienti della politica e della burocrazia. A tal proposito vorrei ricordare il mio recente disegno di legge (S 892) volto a favorire l’accesso dei giovani alle attività professionali intellettuali;

– per arginare parzialmente la gerontocrazia da cui siamo governati, si dovrebbe permettere ad un giovane preparato, magari fresco di Master, di entrare in un Consiglio d’amministrazione, rivestendo un posto che oggi è spesso ricoperto da politici non sempre altrettanto preparati o che hanno il solo “merito” di essersi ben inseriti nel sistema partitocratico;

– occorre assolutamente favorire l’inserimento dei giovani nel mondo dell’impresa e delle professioni: riservare, per esempio, una quota del 25 per cento delle migliaia di incarichi di Enti Pubblici, Amministrazioni Locali, Tribunali, Asl e consorzi vari a giovani professionisti (medici, avvocati, commercialisti, ingegneri, ecc.) ed imprenditori under 35, anziché ai consueti professionisti ovvero imprenditori di lungo corso, che la loro strada la hanno già percorsa, come dimostra l’età media, alta, che normalmente li accomuna, ed oggi costituiscono un tappo alla crescita ed all’affermazione delle nuove generazioni;

considerato che:

– favorire l’accesso dei giovani in ambiti lavorativi, oggi ricoperti solo da persone “navigate”, avrebbe diversi effetti positivi: consentirebbe ai giovani un reddito quantomeno adeguato a cominciare una vita fuori dalla propria famiglia; permetterebbe di fare esperienza professionale sul campo; porterebbe una ventata fresca e nuovo vigore in ambienti spesso alquanto assopiti e stantii, e, prima di ogni altra cosa, dimostrerebbe che in Italia il destino dei giovani sta davvero a cuore, coi fatti e non con le parole, a chi fa politica e pro tempore governa il paese e le grandi aziende; riportando così i giovani ad avere fiducia nelle istituzioni e nell’intera classe dirigente. Certo, in un Paese normale, i giovani dovrebbero farsi strada con le proprie forze, senza chiedere a chi gli sta davanti di accostare per lasciarli passare, ma l’Italia purtroppo non lo è più da molti anni, e chi sta davanti spesso non è disponibile a lasciare strada e soprattutto non gioca ad armi pari,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di varare disposizioni come indicato in premessa, attuabili, tra l’altro, a costo zero, prevedendo, quindi, l’inserimento di una quota minima del 25 per cento per l’assegnazione dei posti, bandi, incarichi pubblici a persone con meno di 35 anni, ovvero realizzabile anche mediante un semplice indirizzo di questo tipo, assunto da chi amministra ed effettua nomine in enti pubblici.

(NENCINI, BUEMI, Fausto Guilherme LONGO)

 
















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