In Emilia-Romagna, a fine marzo 2013, sono risultate 33.646, l’8,0 per cento delle imprese regionali. In un anno ne sono andate perdute 1.961, (-5,5 per cento). In Italia la flessione è del 4,4 per cento. La contrazione è stata più ampia per le ditte individuali (-1.691 unità), più intensa per le società di persone (-10,6 per cento). L’andamento deriva dalle difficoltà nei settori costruzioni (-1.118 unità), commercio (-243 unità) e manifattura (-239 unità).
In Italia, una porzione cospicua dei giovani under 35 il lavoro ha deciso di crearsi un lavoro, aprendo una impresa come emerge dallo specifico focus realizzato da Unioncamere nazionale e presentato ieri in occasione dell’Assemblea dei Presidenti delle Camere di commercio italiana. E’ necessario creare le condizioni per favorire il coraggio di fare impresa dei giovani ed evitare che crisi economica e restrizione del credito continuino ad incidere in modo negativo.
In Emilia-Romagna, dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere elaborati dal centro studi e ricerche di Unioncamere regionale, al 31 marzo 2013 le imprese attive giovanili erano 33.646, pari all’8,0 per cento del totale delle imprese.
Rispetto alla stessa data del 2012, ne sono andate perdute 1.961, (-5,5 per cento).
Va meglio per le altre imprese che sono diminuite dello 0,7 per cento. Nello stesso periodo, in Italia le imprese giovanili hanno subito una contrazione minore (-4,4 per cento) e sono risultate 532.441, pari al 10,3 per cento del totale
La crisi ha ridotto però le imprese giovanili in tutte le regioni italiane: le flessioni più rilevanti in Sardegna (-7,2 per cento), Umbria (-6,2 per cento) e Piemonte (-6,0 per cento). Numeri meno negativi in Basilicata (-0,7 per cento), Lazio (-1,5 per cento) e Campania (-2,7 per cento).
Le imprese giovanili sono costituite per la gran parte da ditte individuali, il 79,2 per cento, che comprendono una quota consistente di imprese marginali, particolarmente soggette alla congiuntura negativa e alla disponibilità del credito. Infatti, la riduzione delle imprese giovanili è principalmente da attribuire a queste (-1.691 unità, -6,0 per cento). La contrazione è stata però molto più intensa per le società di persone (-10,6 per cento, pari a 384 unità). Con un andamento opposto, le società di capitale hanno messo a segno un incremento del 3,4 per cento e le cooperative e i consorzi sono aumentati dell’1,5 per cento.
La riduzione delle imprese giovanili deriva soprattutto dal crollo nelle costruzioni (-1.118 unità, -10,2 per cento), un settore in grande difficoltà. Notevole la contrazione delle imprese del commercio (-243 unità, -2,9 per cento), che risente della debolezza dei consumi e dalla forte riduzione delle attività manifatturiere (-8,4 per cento, -239 unità), per effetto dell’intensità della crisi. L’ampiezza della riduzione è stata notevole per le attività immobiliari (-14,3 per cento).