Il Movimento 5 Stelle interviene al Senato sul problema dei lavoratori esodati delle piccole e medie imprese, in primo luogo quelle colpite dalla crisi. Lo fa con una mozione che vede tra i primi firmatari Maria Mussini, Sara Paglini, Sergio Puglia e Nunzia Catalfo. La proposta è nata in seguito di incontri con organizzazioni sindacali e gruppi di lavoratori esodati. Nella mozione si richiede al Governo di riconoscere tra le deroghe alla riforma Fornero anche i lavoratori che prima dell’entrata in vigore della nuova legge avevano siglato accordi di esodo firmati in sede non governativa.
“Questa è una proposta che va a favore dei lavoratori in primo luogo delle Piccole e Medie Imprese – spiega Maria Mussini – per le imprese sotto i 250 dipendenti gli accordi sindacali vanno sottoscritti in sede locale (Comune, Provincia, Regione), mentre la riforma Fornero considera validi solamente gli accordi presi in sede governativa”. “E’ stata redatta anche incontrando lavoratori delle ex Fantuzzi Reggiane che subiscono questo problema – continua Maria Mussini – pubblicamente i rappresentanti della Provincia di Reggio hanno dichiarato che sono stati tutelati mentre in realtà non è così. Occorre fare qualcosa per queste persone che pagano doppiamente la crisi”. Nella mozione del Movimento 5 Stelle si ricorda che “ad oggi, secondo i dati forniti dall’Istituto nazionale di previdenza sociale, sarebbero circa 390.000 i lavoratori il cui rapporto di lavoro si è risolto in ragione di accordi di incentivo all’esodo i quali, non avendo raggiunto i requisiti minimi per il pensionamento ed avendo esaurito il periodo di fruizione dell’incentivo economico, sono privi di qualunque tipo di reddito”. “Il settore della piccola e media impresa, costituito dalle aziende il cui numero di dipendenti risulta essere inferiore alle 250 unità e il fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro, è un motore trainante del nostro Paese e, come tale, va sostenuto e tutelato” continuano le parlamentari Mussini e Paglini che ricordano che “gli accordi finalizzati alla gestione delle eccedenze occupazionali nel settore vengono sottoscritti a livello territoriale”. “I lavoratori delle piccole e medie imprese che hanno sottoscritto un accordo di esodo che li accompagni alla pensione -continua la mozione del M5S – secondo le condizioni di accesso al trattamento pensionistico dettate dalla vecchia normativa, non possono accedere alle deroghe previste dai provvedimenti citati in quanto accordi non siglati in sede ministeriale, bensì a livello territoriale”. “Tale differenza costituisce una discriminazione inaccettabile nei confronti di lavoratrici e lavoratori, in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione” spiega la mozione a firma del gruppo parlamentare al Senato del M5S.
Il documento “impegna il governo ad adottare urgentemente le opportune iniziative normative volte ad includere tra i soggetti interessati dalle deroghe citate anche i lavoratori il cui rapporto di lavoro si sia risolto o debba risolversi in ragione di accordi sottoscritti in sede non governativa entro il 31 dicembre 2011 dalle organizzazioni sindacali con la partecipazione degli enti locali, che a tale data siano stati o possano essere collocati in cassa integrazione guadagni straordinaria, in cassa integrazione guadagni in deroga, in mobilità, anche in deroga, o licenziati”. Infine si richiede l’impegno “a salvaguardare i lavoratori che con i versamenti volontari avrebbero maturato i requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico secondo la previgente normativa”.