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Iren, l’assessore provinciale all’Ambiente, Mirko Tutino: “ora discutiamo di programmi”

Mirko_TutinoDa assessore provinciale mi occupo di pianificazione e di controllo dei servizi ambientali del territorio. E’ quindi con grande delicatezza, con rispetto verso le scelte dei sindaci e con il garbo necessario quando si danno consigli non richiesti, che vorrei esprimere un punto di vista critico, ma ragionato, sulle decisioni che in queste ore hanno riguardato gli assetti interni ad Iren.

Definire in che modo, con quali programmi e da chi sarà governata un’azienda a maggioranza pubblica che gestisce servizi rilevanti come l’acqua (fino al 2014), il gas, l’energia ed i rifiuti non è questione di poco conto. E, soprattutto, pone una serie di temi politici molto importanti.

Continuare ad investire sulle grandi centrali termoelettriche oppure lanciare con coraggio alleanze sul tema della produzione delle energie rinnovabili e sulla riduzione dei consumi? Come risolvere il tema del costo di acquisizione del gas e quali strategie può mettere in campo Iren per ridurre i costi del teleriscaldamento? Investire sui grandi impianti di smaltimento oppure puntare sull’economia del recupero dei materiali che deriva dallo sviluppo delle raccolte differenziate? Improntare le gare al massimo ribasso o inserire forti elementi di qualità?

Si è dibattuto molto sul tema continuità/discontinuità per capire se confermare gli attuali rappresentanti del territorio reggiano nei vari organismi, ma credo che sia urgente un dibattito aperto alla comunità provinciale (partendo da assemblee più ampie di amministratori, dalle associazioni ambientaliste e dei consumatori, dalle organizzazioni sindacali, dalle rappresentanze delle imprese) con al centro non il tema dei nomi, ma quello delle politiche.

Su questo, penso, ci sarebbero molte cose da dire. Ci viene detto, anche se personalmente non sono d’accordo, che questi temi non sono più l’oggetto del dibattito delle assemblee degli azionisti e che ad occuparsene sono delegati gli amministratori dell’azienda. Se così stanno le cose allora diventa fondamentale capire su quali criteri e con quali programmi si scelgono i diversi rappresentanti.

La lettura che rischia di esser data dai cittadini è che lo scontro sia tra i territori (e le loro leadership più o meno formalizzate) e non tra i programmi di governo di questo grande patrimonio pubblico.

Se al centro della nostra proposta non vengono collocati i contenuti di ciò che a Reggio abbiamo saputo fare nei decenni, la coniugazione tra un importante passato ed il necessario rilancio verso il futuro, verso un’economia che deve spostarsi da un modello di sviluppo ad un altro, non dobbiamo stupirci del fatto che chi rappresenta Reggio Emilia venga ridimensionato. Anche per questo penso che il gruppo di sindaci che ha chiesto discontinuità andasse ascoltato con maggiore attenzione.

Oggi le nostre comunità ci chiedono maggiore partecipazione ed ai sindaci, che rispondono ai loro cittadini per ciò che funziona o che non funziona, si chiede un ruolo da protagonisti consapevoli ed attenti di tutte le scelte. Nel nostro piccolo, a Reggio Emilia, abbiamo fatto questo quando abbiamo pianificato le nuove politiche nel campo dei rifiuti o scelto di riportare l’acqua in capo ad un soggetto pubblico.

Il mio punto di vista parte quindi dall’esperienza di questi tre anni e dal giudizio che ho potuto maturare vedendo sia i risultati dell’azienda sia i limiti. Se nelle scelte di pianificazione la compagine dei sindaci è stata compatta (proprio perché è partita dal merito delle scelte), credo che forzare il dibattito solo sui nomi e non considerare procedure ancora più aperte per rinnovare gli organi abbia fortemente indebolito il ruolo dell’Emilia e di Reggio. Quanto avvenuto in questi giorni dimostra che la scelta di riportare la gestione dell’acqua a livello provinciale è stata quanto mai attuale e lungimirante: il rischio è (era) quello di diventare marginali nella scelta degli investimenti e nel controllo delle tariffe di un bene essenziale come l’acqua.

A questo punto penso che dovremmo imparare dagli errori commessi in questa fase. Nelle prossime settimane proporrò quindi ai nuovi vertici un confronto con gli amministratori locali, in sede di Consiglio locale, sui programmi che l’azienda ha per il nostro territorio: misureremo il rilancio e l’innovazione dell’azienda nel metodo e nel merito, che vengono prima dei nomi e dei dividendi.

(Mirko Tutino, Assessore provinciale all’Ambiente e alla Pianificazione territoriale)

 

 

 
















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