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Urbanistica Modena, il Comune precisa: “Zone F, la Provincia non le ‘boccia’, presenta ‘riserve’ “

Nessuna “bocciatura” da parte della Provincia, ma solo la riproposizione di alcune “riserve” rispetto alla destinazione urbanistica delle cosiddette zone “F” sulle quali già in passato il Consiglio comunale di Modena si è espresso chiaramente approvando specifiche controdeduzioni.

Lo precisa il Comune di Modena a proposito della delibera della giunta provinciale dello scorso 7 maggio relativa alla variante al Poc adottata dal Consiglio comunale il 2 aprile 2012 e che nelle prossime settimane tornerà in Consiglio per l’approvazione definitiva. “In quella occasione – precisa Gabriele Giacobazzi, assessore comunale alla Programmazione e gestione del territorio – sarà il Consiglio a decidere nel merito adeguando il Piano alle riserve formulate oppure, come proporremo, approvandolo esprimendosi sulle riserve con motivazioni puntuali e circostanziate”.

Per i tecnici comunali, infatti, le “riserve” della Provincia partono da presupposti errati, ai quali è già stato controdedotto nel passato. In particolare, la Provincia ritiene che la dotazione delle zone “F” sia una dotazione territoriale obbligatoria, e in quanto tale non si possa modificarne in misura rilevante le quantità.

Il Psc di Modena, approvato nel 2003, ha operato, in applicazione della legge regionale 20/2000, la corretta distinzione tra aree destinate ad Attrezzature e spazi collettivi (art. A-24, i vecchi “Servizi di Quartiere”) e aree destinate alle ex Attrezzature generali (zone “F”, Legge 1150/1942), individuando per queste ultime gli Ambiti VI, “Poli Funzionali”.

Questa necessaria distinzione – spiegano i tecnici comunali – è avvenuta in quanto la legge regionale 20/2000 non contempla nemmeno più la destinazione urbanistica “F” della ancora vigente e citata legge 1150 (e D.M. n. 1444/1968), limitandosi a prescrivere per i Psc un minimo di 30 metri quadri per abitante relativamente alle sole Attrezzature e spazi collettivi: il Psc di Modena prevede attualmente oltre 65 metri quadri per abitante, più del doppio del prescritto.

Il Psc – aggiungono i tecnici comunali – colloca poi chiarissimamente, a partire dal 2003, le aree oggetto di Variante in Ambiti di tipo IV “Ambiti per i nuovi insediamenti”, con vocazione prevalentemente residenziale. Il Psc provvede quindi al corretto dimensionamento delle aree per Attrezzature e spazi collettivi (zone “G”) e dichiara esplicitamente: “Aggiuntivamente alle quantità stabilite per i servizi di interesse collettivo, la consistenza delle Attrezzature Generali è di sei milioni e 474 mila e 813 metri quadri, che pur non costituendo vincolo al dimensionamento, concorre alla definizione qualitativa delle dotazioni territoriali”.

Le aree destinate a nuove Attrezzature pubbliche previste esplicitamente dal Psc sono solamente quelle previste dal comma 7 dell’art. 4.2 della Normativa degli Ambiti del Psc, tra cui quelle del nuovo scalo merci di Cittanova.

Per i tecnici comunali, quindi, la Provincia di Modena insiste con una tesi errata, cioè che non sarebbero rispettati i limiti quantitativi delle aree per Attrezzature Generali, limiti che nel Psc vigente non esistono, né sono prescritti dalla parimenti vigente legge regionale 20 del 2000.

 

















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