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Edifici agricoli, CIA Modena: “bene ordinanza Errani”

“La voglia – e la necessità – di ripartire degli agricoltori, ad un anno esatto dalla seconda scossa di terremoto, si è purtroppo scontrata con barriere normative e ostacoli nelle fasi attuative delle ordinanze e nei passaggi interni agli uffici comunali”. Lo afferma Cristiano Fini, presidente della Cia di Modena che però evidenzia “un primo passo importante” della Regione Emilia Romagna.

“L’introduzione della nuova ordinanza del commissario Errani, che prevede la ricostruzione degli edifici modificando sagoma e volumi per chi ha avuto danni superiori al 50% seppur in assenza di crolli – precisa il presidente Cia – viene incontro alle richieste che la Confederazione ed il mondo agricolo aveva richiesto fin dall’inizio. Il provvedimento, se dovesse diventare operativo, farebbe decadere il vincolo architettonico, consentendo di adeguare le cubature alle esigenze attuali delle famiglie e delle aziende agricole. Decine di anni fa, infatti, si costruivano abitazioni e stalle adeguate alle famiglie numerose di allora – prosegue – mentre invece oggi le famiglie sono composte da 3 – 4 persone al massimo, con necessità quindi di cubature inferiori”.

La Cia auspica che le Amministrazioni comunali delle aree terremotate – e i loro tecnici – colgano “le nostre continue sollecitazioni – dice Fini – affinché vi sia più contatto fra di loro, coordinamento e maggiore omogeneità nelle decisioni, eliminando i balzelli burocratici ed avendo maggiore elasticità, considerando l’eccezionalità dell’evento in se. Ci attendiamo infine che il governo proroghi la sospensione di mutui e imposte per le aziende del cratere, vista la perdurante gravità della situazione e la mancanza di fondi a disposizione delle nostre imprese causa la grave crisi economica che, a differenza da ciò che pensano alcuni, pesa tanto sul comparto agricolo”.

Le risorse sono state stanziate, commenta ancora la Confederazione, “ma le domande presentate dagli agricoltori sono ancora poche a causa di problemi interpretativi da parte degli uffici comunali e la mancanza di collegamento fra di loro – conclude Fini – servono quindi miglioramenti sostanziali da apportare alle specifiche normative”.

 

 

 

















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