La nuova Stazione Mediopadana è oggettivamente il progetto strategico più importante che ha riguardato Reggio negli ultimi decenni (anche se è limitativo considerarlo solo un progetto reggiano). Perché cambierà – volendolo interpretare nella maniera giusta – le prospettive di sviluppo, di crescita economica e soprattutto culturale del nostro territorio. Da qui infatti deve passare una visione un po’ meno provinciale, più aperta sull’Europa e alla competizione internazionale tra territori.
L’Amministrazione comunale di Reggio, a cui va il merito di aver contribuito all’opera, ha dato però in questi anni l’idea di vivere con disagio la presenza di questo progetto, un po’ in quanto eredità di una stagione politica precedente oggi rinnegata (a cui invece va dato il merito, in sinergia con gli Industriali di Reggio Emilia, di aver voluto fortemente a Reggio la Stazione Mediopadana), un po’ per una visione “pauperista”, che vede nelle grandi opere uno spreco e non una grande opportunità (basterebbe pensare a cosa è stato il TGV per la Francia).
Questo ha fatto sì che – complice la crisi economica – si sia passati dall’entusiasmo iniziale al fatto che la città abbia progressivamente vissuto come un corpo estraneo il progetto di Calatrava. Un esempio di questo è stato il dibattito, tutto sulla difensiva, sul pericolo dello sviluppo dell’area nord a danno del centro storico.
Se si va sul sito www.km129.it, nelle faq (frequently asked question) si trovano innanzi tutto chiare risposte a quesiti quali i costi, i finanziamenti, la gara, gli appalti, la realizzazione, etc. Quasi ci si dovesse difendere innanzi tutto da qualche accusa, da qualche capo d’imputazione. Soltanto verso il fondo ci sono le vere domande: in cosa consiste il progetto? Perché a Reggio Emilia? Quali prospettive e quali opportunità dischiude?
Tutto ciò per dire che Reggio – secondo Scelta Civica – non sta cogliendo appieno le enormi potenzialità che questa ‘porta’, questa infrastruttura può dare al nostro territorio. Qui sta lo spazio della politica. Qui sta il ruolo delle classi dirigenti locali e non solo. Essere a 39 minuti da Milano può significare sentirsi periferia o essere protagonisti di una nuova geografia. Essere a 39 minuti da Milano significa essere parte viva di una megalopoli padana. Significa ad esempio avere la possibilità di sfruttare appieno i servizi che una città come Milano offre: i servizi finanziari e giuridici, i servizi culturali, le opportunità di marketing internazionale, l’EXPO. Significa abitare a Reggio e lavorare a Milano (e viceversa) in maniera agevole. Significa guardare a Milano e all’Europa e non solo (nella migliore delle ipotesi) a Bologna e al nostro ambito regionale. Significa quindi pensare ad un reale riposizionamento competitivo della realtà locale.
La realtà amara è che purtroppo l’intero sistema degli enti locali non ha riconosciuto mai veramente la TAV e la nuova Stazione Mediopadana come “la priorità”. Non il Comune, non la Provincia, non la Regione. Non solo non sono state predisposte in tutti questi anni le opere infrastrutturali di collegamenti e di servizio per la nuova stazione, garantendone subito l’integrazione al sistema urbano e la facile accessibilità. Ma non è stato fatto nemmeno un piano di comunicazione forte , che faccia diventare la Mediopadana patrimonio di conoscenza collettivo. E soprattutto – non è stato fatto un lavoro ‘politico’ di rete con le altre città del bacino (Parma, Piacenza, Mantova, Cremona, Modena) che oggi non si sentono protagoniste ed alleate, ma si sentono depredate di qualcosa che poteva essere loro (o peggio ancora indifferenti), indebolendo la posizione reggiana.
L’occasione dell’inaugurazione non può essere solo un momento celebrativo. Ma deve diventare occasione per rilanciare queste riflessioni e intraprendere un’azione politica propositiva su questi temi. E’ quello che faremo come Scelta Civica. Perchè siamo consapevoli che lo sviluppo, se ben governato, è un gioco a somma positiva, dove tutta la città può vincere.
(Scelta Civica Reggio Emilia)