L’indagine congiunturale svolta dalla Camera di Commercio di Modena sull’andamento del primo trimestre 2013 ha evidenziato, come nei tre trimestri precedenti, flessioni di produzione, fatturato e ordini interni. Quest’ultimo indicatore conferma la stagnazione dei consumi domestici, mentre i mercati internazionali continuano invece a mostrarsi ricettivi, e le imprese modenesi esportatrici si rivolgono sempre più a queste piazze per collocare le proprie merci, come mostra il costante aumento della percentuale di vendite realizzate all’estero, che è arrivata a sfiorare quota 40%.
Il sondaggio è realizzato trimestralmente in collaborazione con Cna e Confindustria provinciali, su un campione statisticamente significativo di imprese del settore manifatturiero.
Entrando nel dettaglio dei risultati emersi, la produzione industriale pare risentire ancora degli effetti negativi del terremoto che ha paralizzato un’area produttiva vitale per la nostra provincia, oltre a subire ovviamente il negativo contesto della crisi globale. Il calo registrato in volume nel primo trimestre dell’anno è stato pari al -5,7% rispetto al medesimo trimestre del 2012. Le variazioni tendenziali dei trimestri post-sisma si ricorda erano state del -9,7% nel secondo, del -7,5% nel terzo e del -4,0% nel quarto.
Se si considera invece la variazione congiunturale della produzione (primo trimestre 2013 rispetto al quarto trimestre 2012) si nota un andamento pressoché stazionario, con una variazione del -0,3% che appiattisce la dinamica sui valori registrati a fine 2012.
Anche il fatturato delle imprese intervistate è rimasto in territorio negativo dal trimestre del sisma ad oggi. Nei mesi gennaio-marzo di quest’anno la variazione si è attestata sul -3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Gli ordini dal mercato interno si mantengono pure in flessione, registrando una variazione del -8% sempre a livello tendenziale, mentre quelli dall’estero hanno mostrato un incremento del 3,5%. L’occupazione delle aziende in campione ha dato un segnale di tenuta, riportando una variazione tendenziale del +0,2% nel medesimo periodo di confronto.
L’indagine pone ai referenti aziendali anche domande sulle prospettive nel breve periodo per quanto concerne diversi aspetti. Riguardo alla variabile produzione è nettamente aumentata la percentuale di imprese che si attende un incremento nel trimestre successivo: oltre un terzo del campione (33,5%) ha infatti formulato questa previsione mentre nel 2012 in media solo una impresa su dieci aveva osato tanto.
Pessimistiche rimangono invece le aspettative riguardo agli ordini interni, per i quali il 64,5% degli intervistati ha dichiarato un probabile decremento. Purtroppo è leggermente superiore (65,2%) anche la quota di imprese che prospetta un calo degli ordini dai mercati esteri, che hanno mantenuto fino ad oggi un importante ruolo di traino per tutta l’industria.
Le scorte di magazzino sono previste stazionarie per la gran parte del campione, così come l’occupazione.
L’andamento settoriale
A livello settoriale, l’anno è iniziato in negativo per quasi tutti i diversi comparti industriali eccezion fatta per il biomedicale che, dopo la battuta d’arresto in conseguenza della calamità, sta recuperando il terreno perduto. Nel trimestre gennaio-marzo 2013 la produzione ha mostrato un lieve incremento (+0,6%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre netta è stata la ripresa del fatturato (+10,9%). La quota di vendite esportata si mantiene a livelli elevati (63,8%). Gli ordini tuttavia presentano una lieve flessione, che si attesta sul -2,2% per quelli interni e sul -3,1% per quelli dall’estero. L’occupazione è in leggero aumento: +1,2%.
Un settore che ha visto un peggioramento della dinamica è l’industria alimentare, che presenta flessioni di produzione (-8,8%), e ordini dal mercato domestico (-6,9%). Il fatturato è in lievissimo calo (-0,7), e gli ordini esteri in crescita (+1,1%).
Anche peggio è andata per la maglieria, con decrementi pari a -9,1% sul fronte produttivo, -7,2 sul fatturato, -12,3 per gli ordini interni e -20,9 per quelli esteri.
Cali a due cifre pure nel settore dell’abbigliamento che evidenzia un -10,2% per la produzione, -16,4% per il fatturato, -12,1% per gli ordini dal mercato italiano, con la sola nota positiva del debole aumento degli ordini esteri: +1,2%.
Meno peggio la ceramica, che accanto a una flessione della produzione sull’ordine del -2,6%, mostra un incremento del fatturato pari all’1,5%. Gli ordini, anche in questo caso mostrano una dicotomia: -5,6 quelli interni e +3,6% quelli esteri.
Appare complessa anche la situazione dei diversi comparti che compongono il metalmeccanico, dai prodotti in metallo, alle macchine e apparecchi meccanici, alle apparecchiature elettriche e elettroniche. La produzione in quantità presenta diminuzioni percentuali che vanno dal -4 al -5%. Flessioni anche per il fatturato e gli ordini interni mentre quelli esteri mostrano un consistente aumento solo per il settore prodotti in metallo (+12,7%). Nel caso del comparto apparecchiature elettriche ed elettroniche il mercato estero è addirittura crollato (-18,8%) ma ha tenuto quello interno (+0,7%).
Un discorso a parte merita il settore dei produttori di mezzi di trasporto. Nel complesso la produzione è rimasta quasi stazionaria (-0,3%); il fatturato si è incrementato del +4,9%, gli ordini interni sono diminuiti del -3,4% mentre quelli esteri hanno evidenziato un balzo del +13,7%.
In conclusione, si conferma una certa capacità di tenuta dei settori maggiormente rivolti all’estero, come il biomedicale, la ceramica, i mezzi di trasporto che presentano quote di fatturato export che vanno dal 50 al 60% del totale; i mercati internazionali, seppur in parte interessati dalla congiuntura negativa, presentano ancora opportunità per le nostre imprese, occasioni che vanno ricercate e sfruttate per reagire alla crisi.
Fonte: elaborazioni Centro studi e statistica della Camera di commercio di Modena su dati indagine congiunturale