Una campagna di sensibilizzazione contro l’infezione da Hiv e l’Aids, con la possibilità di effettuare il test direttamente all’Informagiovani del Comune di Modena (in piazza Grande 17) e ottenere informazioni sulle malattie trasmesse sessualmente e sui servizi di prevenzione, diagnosi e cura presenti a Modena e provincia. E’ l’iniziativa di Comune di Modena, Ausl, Policlinico e di alcune associazioni di volontariato che prenderà il via sabato 18 maggio presso l’Informagiovani e che proseguirà con altri test days il 14 settembre, il 30 novembre 2013 e il 15 febbraio 2014.
Dalle 18 alle 22, in coincidenza con la Notte bianca, infermieri professionali, medici della Clinica delle Malattie Infettive e della Clinica Dermatologica e volontari saranno disponibili per eseguire il test Hiv con prelievo del sangue e per chiarire ogni dubbio sull’infezione Hiv e sull’Aids, su cui sarà disponibile anche materiale informativo. Sarà sufficiente presentarsi senza prenotazione e un infermiere eseguirà il prelievo. La provetta sarà dotata di codice identificativo anonimo che servirà per ritirare l’esito successivamente presso la Clinica delle Malattie infettive, grazie all’impegno del Dipartimento Interaziendale dei laboratori.
Dai dati dell’Osservatorio provinciale sull’infezione Hiv gestito da Ausl e Policlinico emerge che nel 2011 i nuovi casi di infezione notificati in provincia di Modena sono stati 57 e che la trasmissione per via sessuale è di gran lunga la prevalente. Dal 1985 al 2011 il numero i casi registrati sono stati 2.146, di cui 1509 uomini e 637 donne e nel quadriennio 2008-2011 il 67% ha contratto l’infezione per trasmissione eterosessuale. I casi di Aids tra residenti della provincia segnalati al Centro operativo Aids (Coa) dell’Istituto Superiore di Sanità nel 2011 sono stati 11, mentre dal 1985 al 2011 se ne contano 735.
Uno dei problemi più rilevanti relativamente all’infezione da Hiv è la diagnosi in una fase tardiva della malattia, che non sempre consente al soggetto di godere dei benefici della terapia. In caso di diagnosi in fase di Aids, la mortalità si aggira infatti ancora intorno al 20 per cento. Modena non soltanto non fa eccezione ma continua ad avere una prevalenza importante di diagnosi tardive anche in confronto ad altri centri regionali. Le ragioni di questa tendenza sono da ricercare nella mancata percezione del rischio da parte dei soggetti e dei loro medici di famiglia, nella paura dello stigma e nella difficoltà a effettuare il test negli orari del servizio, che tengono conto più dell’organizzazione del lavoro ospedaliero che della disponibilità degli utenti.
“L’idea di portare il counselling per le malattie sessualmente trasmesse e il test per l’infezione da Hiv in ambiti inconsueti come l’Informagiovani ha la finalità di sensibilizzare la popolazione al rischio – spiegano i promotori dell’iniziativa – e di arrivare eventualmente alla diagnosi in una fase asintomatica di malattia. In altre realtà l’esperienza è già collaudata, come ad esempio a Barcellona, dove è stata aperta una struttura permanente nel centro storico per l’effettuazione del test”.