“Coniugare il lavoro e la famiglia” è, secondo Andrea Pollastri (PdL), “Uno dei pilastri di una nuovo welfare a cui al Regione deve guardare con attenzione”.
Da una ricerca svolta da McKinsey & Company su un campione di 1.300 lavoratori dipendenti, infatti, risulta che, per il 93% di essi, vi è una forte necessità di un migliore welfare aziendale.
Tra gli interventi maggiormente richiesti, in base alla fascia di età, vi sono: orari più flessibili e servizi salva-tempo (tra i 20 ed i 30 anni), asili nido aziendali, servizi di disbrigo pratiche e lavoro part-time (tra i 30 ed i 40 anni); maggiori congedi parentali, campus estivi per i figli, banca ore e sanità (tra 40 e 50 anni), supporto per assistenza domiciliare per gli anziani, disbrigo pratiche e orari flessibili (sopra i 50 anni).
“Questo nuovo welfare – spiega il Consigliere Regionale – ha notevoli vantaggi: dal punto di vista economico oltre a migliorare l’immagine dell’azienda, accresce la soddisfazione sul lavoro dei dipendenti e quindi la produttività, facendo, tra l’altro, crollare le assenze ed accrescere la disponibilità a far straordinari. I costi dell’attivazione di questi servizi verrebbero, quindi, compensati da benefici economici quasi doppi.”
“Oltre ai benefici di carattere economico – prosegue – vi sono quelli di tipo sociale poiché il welfare aziendale rappresenta un aiuto concreto alle esigenze delle famiglie, soprattutto nei momenti di maggiore necessità (figli piccoli, anziani da accudire, situazioni di malattia, ecc.).”
Per questi motivi Pollastri ha presentato un’interpellanza alla Giunta Regionale per sapere quale sia il suo punto di vista sul welfare aziendale, quali siano i servizi ad oggi attivati o in via di sperimentazione in Emilia-Romagna.
“Invito la Giunta – chiosa – a voler implementare il welfare aziendale promuovendo nuovi progetti in questo campo.”
