Altolà della Fim-Cisl all’ipotesi che aziende aderenti a Confindustria Modena non applichino il contratto nazionale dei metalmeccanici firmato il 5 dicembre 2012 da Fim, Uilm e Federmeccanica. Lo stop arriva direttamente dal segretario provinciale Fim, Claudio Mattiello, alla vigilia dell’annunciato incontro tra Fiom e Confindustria Modena sulla carta rivendicativa elaborata dai metalmeccanici Cgil. «Con il beneplacito della Confindustria regionale, in Emilia-Romagna la Fiom ha un atteggiamento arrogante e cerca di forzare il dibattito sulla rappresentanza che, a livello nazionale, vede impegnate Cgil, Cisl e Uil in una trattativa delicata e complessa. A volte sembra che Fiom e Cgil appartengano a organizzazioni diverse… – afferma Mattiello – Anche noi auspichiamo il superamento della divergenze e la definizione di un accordo sulla democrazia nei luoghi di lavoro. Intanto, però, c’è bisogno di coerenza da parte di tutti gli attori sociali, soprattutto di fronte a una crisi così pesante». Quanto ai numeri sbandierati dalla Fiom, Mattiello sottolinea che i 13 mila lavoratori consultati coincidono, guarda caso, con gli iscritti Fiom e comunque rappresentato meno della metà dei 30 mila metalmeccanici modenesi; senza contare che molti dei 13 mila consultati lavorano in aziende che non applicano il contratto Federmeccanica.
«La carta rivendicativa della Fiom è fuori dalla realtà. Come si può pensare di aumentare il costo del lavoro in un momento di crisi come questo? Le nostre imprese hanno bisogno di essere competitive sui mercati attraverso una maggiore produttività e relazioni sindacali corrette che – conclude il segretario provinciale della Fim-Cisl – garantiscano un clima più sereno tra i lavoratori».
