Ha chiamato al cellulare il marito avvertendolo che la cena si stava raffreddando e complice un clima familiare teso all’arrivo gli ha riferito di voler andar via. Una presa di posizione che ha mandato su tutte le furie l’uomo che perdeva la testa sferrando pugni in faccia alla donna che si rifugiava in bagno cercando di fuggire dalla finestra. Raggiunta dal marito veniva riportata a casa dove veniva picchiata violentemente sulla testa con calci dati con le scarpe da lavoro. Dopo le botte la rinchiudeva in camera da letto chiudendo le finestre con il filo di ferro. Quando al mattino l’uomo è uscito di casa per andare a lavorare la donna lanciava l’allarme a un passante che la conduceva in ospedale dove veniva giudicata con una prognosi di 40 giorni per la frattura del gomito, politraumi e contusioni multiple.
Per quei fatti, accaduti a ridosso di Natale dell’anno scorso, i Carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza hanno denunciato l’uomo per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, violenza privata e sequestro di persona alla Procura reggiana che, nella persona del Dott.ssa Maria Rita Pantani, Sostituto titolare dell’inchiesta, condividendo con le risultanze investigative dei Carabinieri richiedeva ed otteneva dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, Dott.ssa Antonella Pini Bentivoglio, l’applicazione nei confronti dell’uomo, un 50enne abitante a San Polo d’Enza, della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla moglie prescrivendogli di mantenere comunque una distanza di almeno 250 metri dai luoghi dalla stessa frequentati nonché il divieto di mettersi in contatto con qualsiasi strumento e mezzo (telefono cellulare ed internet ndr) con la donna.
Maltrattamenti in famiglia quelli di cui al capo di imputazione consistenti non solo nelle violenze fisiche inferte alla donna con le botte ma anche in minacce, lesinandole il danaro per mangiare, rompendo suppellettili e lasciandosi andare ad eccessi d’ira. Condotte delittuose che riscontrate dai carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza hanno portato all’odierno provvedimento restrittivo richiesto ed ottenuto dalla D.ssa Maria Rita Pantani sostituto presso la Procura reggiana titolare dell’inchiesta. I Carabinieri ricevuta l’ordinanza applicativa della misura cautelare, vi davano esecuzione rintracciando l’uomo che veniva sottoposto al provvedimento di divieto di avvicinarsi alla vittima prescrivendogli di mantenere comunque una distanza da lei e vietandogli inoltre di comunicare con la donna attraverso qualsiasi mezzo.