In Consiglio provinciale oggi ho posto l’attenzione sullo studio redatto dall’AUSL sulla riorganizzazione dei servizi di salute mentale. Siamo convinti del fatto che questa riorganizzazione debba avere fin da subito un serio confronto con le associazioni dei famigliari e con le parti sociali e non venire comunicata, come purtroppo accade negli ultimi tempi, solo a prodotto finito condiviso soltanto dai soliti noti.
In merito alla psichiatria si afferma che Bologna abbia una buona offerta di ricovero per acuti ed un basso tasso di ospedalizzazione con calo dei TSO (trattamenti sanitari obbligatori), ma forse non si tiene conto dei ricoveri volontari che vanno sempre ricercati ove possibile per evitare i TSO.
Un corretto tasso di ospedalizzazione deve quindi tenere conto di tutti i letti dedicati all’urgenza che ospitano anche i ricoveri volontari. Non va dimenticato che non sempre la richiesta di ricovero volontario trova risposta e i pazienti vengono rispediti a casa.
Inoltre sono note le dimissioni precoci di pazienti del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e di Cura Ottonello, fenomeno conosciuto ma di cui non si parla anche perché ci risulta che sia assente uno standard di dimissione, perchè Regione non ha fornito indicazioni relativamente alle caratteristiche che deve avere un paziente per essere dimesso da un reparto di Medicina o Chirurgia o Psichiatria.
Tutto viene lasciato alla discrezione clinica soggettiva che spesso risente delle pressioni delle gestioni per abbreviare i ricoveri.
E’ facilmente intuibile quanto questa materia sia delicata per non abbandonare situazioni di grande difficoltà, gravandole interamente sulle spalle di famigliari che vedono letteralmente sconvolta la loro vita sociale e lavorativa.
L’incipit della risposta dell’assessore Barigazzi è stata lapidaria: “Sono d’accordo con quanto affermato dal consigliere Sorbi” ed ha proseguito affermando che il Piano non è stato presentato nemmeno a lui e in Conferenza socio-sanitaria.
Quando sarà stato redatto in modo compiuto, gli utenti, le organizzazioni sindacali e i partecipanti la stessa Conferenza socio-sanitaria potranno presentare le considerazioni e le osservazioni del caso.
Io gli ho replicato che gli affidavo una “carta di credito figurata” per gli impegni assunti, sperando che non venissero vanificati nella realtà, come è stato fatto , ad esempio per lo spostamento dei servizi odontoiatrici.
Ricordiamo che a Bologna:
– il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dispone di 45 letti totali: dove vengono fatti i TSC (trattamenti sanitari obbligatori) ma che ospitano anche ricoveri volontari:
– le RTI (residenze a trattamento intensivo pubbliche) sono due, con 37 letti totali solo per ricoveri volontari;
– il Servizio Psichiatrico Ospedaliero Intensivo (SPOI) ha 10 letti alla Baruzziana per ricoveri volontari;
– i letti di Residenza Psichiatrica convenzionata (circa 70, alla Baruzziana ed ai Colli sono per ricoveri volontari).
L’AUSL sbandiera il dato che indica che i TSO sono in calo, ma si dimentica di precisare che a questo calo corrisponde un aumento dei ricoveri volontari. Sono quei pazienti che hanno accettato il ricovero come alternativa al TSO.
Inoltre sfuggono quei pazienti per i quali è stato chiesto un ricovero, ma per assenza di letti , sono stati rimandanti a casa e non si sa in quali condizioni.
Urge più che mani che i Piani di riorganizzazione sanitaria, ad esempio quello dei servizi psichiatrici, non siano decisioni maturate solamente da manager istruiti sull’economia aziendale e quindi sulla realtà virtuale, ma frutto di confronto con gli operatori sanitari che conoscono la realtà umana del territorio con la quale si rapportano quotidianamente
(Mauro Sorbi, UDC Provincia di Bologna)