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Mancato invio CUD da parte dell’Inps: Cgil ER denuncia grave ingiustizia ma garantisce comunque in modo gratuito lavoratori e pensionati

Quest’anno l’Inps, nel quadro di una spending review sempre meno equa e sempre più vessatoria nei confronti di pensionati, lavoratori e cittadini, ha unilateralmente deciso che il CUD non sarà più inviato a domicilio nè dei pensionati e delle pensionate, nè dei lavoratori e delle lavoratrici che nel 2012 hanno percepito indennità di disoccupazione, mobilità, cassa integrazione, malattia, maternità con pagamento diretto da parte dell’Inps, pensione di reversibilità, assegno di invalidità, infortunio.

Per ottenere ciò che dovrebbe essere un diritto elementare e cioè la certificazione dei propri redditi per adempiere al dovere civico di pagare le tasse, bisognerà essere in grado di scaricarlo su un computer “utilizzando l’apposito PIN” (!!) oppure rivolgendosi ad un patronato, ad un Caaf o ad un commercialista! In aggiunta, oltre al CUD, l’Inps da quest’anno non invierà più neppure l’OBIS-M, il modello che certifica l’ammontare della pensione (diciamo, la busta paga del pensionato): anche quello passerà solo per via informatica.

Si tratta di decisioni gravi e sbagliate, che la CGIL dell’Emilia Romagna chiede fermamente di rivedere. E’ infatti inaccettabile che l’INPS scarichi sulle spalle di ognuno dei milioni di lavoratori e pensionati interessati, sulle associazioni di rappresentanza, sui patronati sindacali, compiti ed oneri di cui dovrebbe farsi direttamente carico come Ente previdenziale.

I Patronati sindacali sono riconosciuti dalla legge come Enti che debbono svolgere una funzione di tutela dei diritti di lavoratori, pensionati e cittadini e non possono essere ridotti a “sportello esternalizzato” di funzioni che spettano direttamente all’Ente di previdenza e in quanto tali, da questo devono essere assicurate. Con queste decisioni si rischia invece di snaturare la loro funzione ed il loro ruolo.

Non è più rinviabile il tempo in cui chi dirige questo Paese cominci a farsi carico della necessità di scelte eque, che non penalizzino sempre i più deboli, chi ha più problemi e chi sta peggio.

Nonostante questo inequivocabile giudizio negativo sulla decisione assunta dall’Inps, con il ministero competente perlomeno silente, la Cgil e tutte le sue strutture territoriali di servizio (Patronato Inca e Caaf) e le categorie, a partire dallo SPI, si stanno organizzando per garantire comunque a tutti i pensionati ed a tutti i lavoratori interessati, la possibilità di entrare in possesso della documentazione che li riguarda, senza chiedere alcun corrispettivo e quindi in modo del tutto gratuito.

 

(Segreteria Cgil Emilia Romagna)

 

















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