“L’Unione Europea e il Governo italiano hanno trovato un accordo per sbloccare i pagamenti della Pubblica amministrazione a favore delle aziende. L’UE, infatti, ha accettato di escludere il pagamento dei debiti commerciali della Pubblica amministrazione italiana dal tetto del debito nazionale. La Commissione Europea, di conseguenza, con la dichiarazione congiunta dei Vicepresidenti della Commissione Ue Antonio Tajani e Olli Rehn, ha autorizzato il nostro Governo sia ad emettere titoli di Stato dedicati, con un vincolo di utilizzo degli introiti per il pagamento delle imprese creditrici, al fine di finanziare il pagamento degli arretrati senza che il nuovo debito faccia scattare procedure d’infrazione, perché tecnicamente i pagamenti saranno considerati fattori attenuanti del patto di stabilità e come tali non saranno presi in considerazione nel rapporto deficit/Pil, sia a procedere, in tempi strettissimi, alla sterilizzazione del patto di stabilità interno per consentire ai Comuni di pagare subito 9-10 miliardi di euro di arretrati. I debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese si aggirano tra 70 miliardi e 100 miliardi di euro (circa il 6% del Pil italiano) e il piano di pagamenti dovrebbe prevedere 40-50 miliardi di euro di pagamenti nel 2013 e il resto nel 2014. I settori che si avvantaggeranno maggiormente dallo sblocco dei pagamenti saranno quello delle costruzioni e quello delle infrastrutture, che rappresentano insieme circa 20 miliardi di euro sul totale dei crediti vantati dalle aziende. Solo per le città metropolitane, ad esempio, lo sblocco dei pagamenti alle imprese vale circa un punto percentuale di Pil e la revisione del patto di stabilità, vincolandolo al pareggio di bilancio, significherebbe 1 miliardo di euro da immettere nella nostra economia. Occorre, pertanto, agire con urgenza, data la situazione di grave difficoltà in cui versano le nostre imprese. È per questo motivo che il Gruppo regionale del PDL ha presentato una Risoluzione nella quale si impegnano il Presidente Errani e la Giunta regionale ad intervenire con la massima risolutezza presso il Governo nazionale attuale o costituendo per sollecitare un provvedimento d’urgenza finalizzato a sbloccare i pagamenti della pubblica amministrazione partendo dall’immediata revisione del patto di stabilità. Ciò segnerebbe il concreto avvio di quella nuova stagione di responsabilità diffusa e condivisa da parte delle istituzioni e delle forze politiche che le animano finalizzata a rispondere concretamente alla vera priorità del nostro Paese: riavviare lo sviluppo economico e salvaguardare il lavoro e la vita delle imprese”.
RISOLUZIONE
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
considerato che
– l’Unione Europea e il Governo italiano hanno trovato un accordo per sbloccare i pagamenti della Pubblica amministrazione a favore delle aziende;
– l’Unione Europea, infatti, ha accettato di escludere il pagamento dei debiti commerciali della Pubblica amministrazione italiana dal tetto del debito nazionale;
– la Commissione Europea, di conseguenza, con la dichiarazione congiunta dei Vicepresidenti della Commissione Ue Antonio Tajani e Olli Rehn, ha autorizzato il nostro Governo sia ad emettere titoli di Stato dedicati, con un vincolo di utilizzo degli introiti per il pagamento delle imprese creditrici, al fine di finanziare il pagamento degli arretrati senza che il nuovo debito faccia scattare procedure d’infrazione, perché tecnicamente i pagamenti saranno considerati fattori attenuanti del patto di stabilità e come tali non saranno presi in considerazione nel rapporto deficit/Pil, sia a procedere, in tempi strettissimi, alla sterilizzazione del patto di stabilità interno per consentire ai Comuni di pagare subito 9-10 miliardi di euro di arretrati;
– la necessità di un tale accordo è nata dalla recente legge introdotta dal Governo italiano in base alla quale la Pubblica amministrazione, per i debiti generati dal 1° gennaio 2013, deve procedere ai pagamenti entro 30 giorni (massimo 60 giorni). Il rischio, infatti, è che la Pubblica amministrazione possa aumentare ulteriormente i termini del pagamento sul debito contratto prima del 1 gennaio 2013 per mitigare le uscite previste dalla nuova legge;
– i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese si aggirano tra 70 miliardi e 100 miliardi di euro (circa il 6% del Pil italiano) e il piano di pagamenti dovrebbe prevedere 40-50 miliardi di euro di pagamenti nel 2013 e il resto nel 2014;
– i settori che si avvantaggeranno maggiormente dallo sblocco dei pagamenti saranno quello delle costruzioni e quello delle infrastrutture, che rappresentano insieme circa 20 miliardi di euro sul totale dei crediti vantati dalle aziende;
– solo per le città metropolitane, ad esempio, lo sblocco dei pagamenti alle imprese vale circa un punto percentuale di Pil e la revisione del patto di stabilità, vincolandolo al pareggio di bilancio, significherebbe 1 miliardo di euro da immettere nella nostra economia;
– per risolvere il problema della “certificazione” di tali debiti, perché, secondo l’Associazione bancaria italiana (Abi), le banche non sono in grado di verificare se i crediti vantati dalle aziende fornitrici non sono stati oggetto di altre procedure (factoring, cartolarizzazione, etc.), gli esperti del Ministero dell’Economia sono al lavoro per semplificare al massimo il sistema o mediante possibili documentazioni da produrre ex post oppure rendendo la certificazione vincolante attraverso la definizione di tempi precisi per la registrazione accompagnati da eventuali sanzioni;
impegna la Giunta regionale
ad intervenire con la massima risolutezza presso l’attuale od il costituendo nuovo Governo nazionale per sollecitare un provvedimento d’urgenza finalizzato a sbloccare i pagamenti della pubblica amministrazione partendo dall’immediata revisione del patto di stabilità. Ciò segnerebbe il concreto avvio di quella nuova stagione di responsabilità diffusa e condivisa da parte delle istituzioni e delle forze politiche che le animano finalizzata a rispondere concretamente alla vera priorità del nostro Paese: riavviare lo sviluppo economico e salvaguardare il lavoro e la vita delle imprese.