Le linee di indirizzo del Psc, nella versione modificata a seguito della prima fase di confronto, tornano oggi, lunedì 18 marzo, in Consiglio comunale per la discussione e la votazione. Dopo il voto in Aula partirà il lavoro di definizione del Documento preliminare che insieme al Quadro conoscitivo e alla Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (Valsat) avvieranno formalmente l’iter per l’adozione del futuro strumento urbanistico.
E’ il Documento preliminare che consentirà infatti di iniziare la fase di concertazione istituzionale con l’apertura della Conferenza di pianificazione, che terminerà con l’Accordo di pianificazione. Nel Documento preliminare verranno delineate le scelte e le politiche strategiche che entreranno nel Psc, sulla base delle considerazioni tratte dal Quadro conoscitivo e da una prima valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale di queste scelte (Valsat).
La votazione in Aula arriva dopo che da ottobre 2012 si sono susseguiti una serie di momenti di confronto nell’ambito di Effetto Modena, gli Stati generali della città: la presentazione in Aula della proposta di documento di indirizzi per il nuovo Psc dello scorso autunno ha aperto un percorso di consultazione e approfondimento che hanno visto lo svolgimento di incontri con principali soggetti istituzionali e associativi e workshop con esperti del settore. Questi ultimi, al termine degli incontri, sono stati invitati a esprimere il proprio grado di accordo su 50 affermazioni riassuntive del documento di indirizzi ed eventualmente a proporre una riformulazione: il grado di accordo complessivo è risultato piuttosto alto, si è reso necessario intervenire solo su tre affermazioni che non hanno raggiunto la piena condivisione.
E’ giunto a conclusione, inoltre, il sondaggio effettuato dall’Ufficio ricerche del Comune di Modena su un campione statisticamente rappresentativo di 1.423 persone, che hanno consegnato all’Amministrazione un’idea di città di medie dimensioni.
Si stanno infine raccogliendo in questi giorni (scadenza il 30 marzo) le domande dei cittadini interessati a prendere parte al percorso partecipativo “100 per Modena”, finanziato della Regione Emilia-Romagna, che partirà a breve e vedrà coinvolti cento cittadini che potranno dare un contributo propositivo ai tecnici e all’Amministrazione comunale nell’attività di elaborazione delle linee strategiche del Psc in base alle loro conoscenze ed esperienze quotidiane (www.comune.modena.it/100permodena).
I MODENESI VOGLIONO NEL FUTURO UNA “MEDIA” CITTÀ
Dal sondaggio dell’Ufficio ricerche del Comune di Modena emerge la richiesta di azioni per l’affitto e di attenzione al risparmio energetico e del territorio
Modena come città media, che nei prossimi 20 anni non deve superare i 200 mila abitanti, senza nuovi grandi centri commerciali, attiva nel mercato dell’affitto attraverso agevolazioni fiscali o garanzie ai proprietari di alloggi e con un occhio di riguardo al risparmio energetico e del territorio.
E’ questa l’immagine della città di domani che emerge dal sondaggio effettuato dall’Ufficio ricerche del Comune di Modena su 1.423 persone nell’ambito del percorso di definizione del futuro Psc, Piano strutturale comunale.
A volere una città di medie dimensioni nei prossimi 20 anni è un 62,1% degli intervistati, mentre il 33,6% valuta l’ipotesi di una crescita al fine di stare al passo con i tempi. Tutti sono ampiamente d’accordo con l’idea che, nella crescita della città, si debba comunque consumare meno energia, evitare di utilizzare nuovo suolo agricolo per abitazioni e produzione, limitare gli spostamenti in auto a favore di percorsi a piedi, in bicicletta e con mezzi pubblici, e utilizzare internet per molti dei rapporti burocratici tra cittadino e Amministrazione. La tendenza è decisamente favorevole all’incentivazione della qualità edilizia e del risparmio energetico, oltre alla riqualificazione delle aree industriali esistenti senza realizzarne di nuove. Il 65,7% ritiene che a Modena non vadano previsti nuovi grandi centri commerciali, ma preferite strutture di medie dimensioni e di vicinato, mentre il 31,3% subordina la decisione agli andamenti della domanda.
E’ buono l’accordo sull’idea di città compatta, anche in termini di mobilità e coesione sociale, così come la valutazione di aumentare ampiamente la pedonalizzazione del centro storico, compresa piazza Roma. Per gli intervistati l’elemento più immediato e distintivo della “periferia” è la distanza dal centro (40,4%), ma sommando diverse modalità di risposta risulta che oltre la metà ritiene che a connotare una zona come periferica è la mancanza o carenza di servizi, siano essi di tipo commerciale, di trasporto o servizi pubblici in genere.
Positivo, ma meno netto rispetto alla pedonalizzazione, l’accordo dei modenesi con l’estensione delle zone dove il limite di velocità è posto a 30 chilometri all’ora. Al primo posto per il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano viene indicata la riduzione del traffico e dell’inquinamento e, a distanza, l’aumento del verde e dei servizi.
I tre quarti degli intervistati ritengono che il Comune debba intervenire attivamente nel mercato dell’affitto premiando chi rende disponibile un alloggio affinché diventi più ampia e agile la possibilità della locazione. Solo per circa un 19% si rimanda all’autoregolazione del mercato e ai rischi imprenditoriali dei proprietari.
Le parole che dovrebbero descrivere Modena per i prossimi vent’anni sono “Diritti”, “Opportunità”, Solidarietà” e “Regole”, ci si attende cioè una città con forte senso civico, capace di apertura ma con moderazione e non particolarmente indirizzata al cambiamento radicale. E a conferma del senso civico e della disponibilità ad assumersi responsabilità anche il fatto che circa il 64% degli intervistati si è detto disponibile a collaborare alla gestione di piccole aree del territorio curandone la manutenzione e la disponibilità a uso pubblico. L’unica parola che raccoglie un punteggio insufficiente e che quindi non si vuole caratterizzi la Modena dei prossimi anni è “più grande”.
I MODENESI VOGLIONO PIAZZA ROMA PEDONALE
Quasi il 61% degli intervistati ritiene che più aree pedonali siano un vantaggio
Il 59,4% dei modenesi condivide la scelta di togliere il parcheggio di Piazza Roma, mentre il 33,5% è contrario. E’ il risultato che emerge da una specifica domanda del sondaggio effettuato dall’Ufficio ricerche del Comune di Modena su 1.423 persone nell’ambito del percorso di definizione del Psc.
In caso di pedonalizzazione, la preferenza espressa è per una piazza con verde, acqua e fontane (56%), il 12,3% vorrebbe solo le ultime due e quasi uno su quattro (il 23,4%) opterebbe per una piazza completamente libera.
Più in generale, quasi il 61% degli intervistati ritiene che un’area pedonale più estesa rappresenti un vantaggio per i modenesi, anche se rispetto alle ricadute sul commercio il campione si divide a metà: un 46,2% ritiene che la pedonalizzazione avvantaggi il commercio creando una zona per passeggio e acquisti, mentre un 45,3% ritiene che la distanza dei parcheggi penalizzerà le attività economiche.
MODENA CITTÀ CRESCIUTA IN MODO ORDINATO
Lo pensa il 60% degli intervistati, che ritiene preferibile vivere nella prima periferia
Per più del 60% degli intervistati del sondaggio effettuato dall’Ufficio ricerche del Comune di Modena nell’ambito del percorso per il futuro Psc la città è cresciuta nel tempo in modo ordinato. I quartieri ritenuti più belli, considerando il verde, la viabilità e il tipo di case per il campione rappresentativo sono Buon Pastore/Sant’Agnese/Vaciglio (zona universitaria) e San Faustino/Saliceta San Giugliano/Villaggio Giardino/Villaggio Zeta, mentre la zona considerata più brutta dal 62% degli intervistati è Crocetta/Sacca/Torrazzi.
In generale la zona della città in cui si vive meglio è ritenuta la prima periferia, vicino ai viali del centro (43,5%), mentre per il 29% degli intervistati sono preferibili i nuovi quartieri residenziali.
I luoghi considerati occasione di relazioni interpersonali sono diversi, nessuno predominante: dalle polisportive ai parchi, dai centri commerciali ai locali ed esercizi pubblici. Seguono piazze, cinema, teatri, musei e biblioteche. I luoghi di culto sono invece vissuti come spazi della dimensione individuale.