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Ghizzoni (Pd) “Il Parlamento è il luogo delle scelte”

La elezione alla presidenza delle Camere di persone con una storia non comune come Laura Boldrini e Pietro Grasso, la decisione di “Scelta civica” di non scegliere, l’auspicio del M5S che non fosse eletto Schifani che non si traduce in una indicazione di voto per Grasso. L’analisi della parlamentare Pd Manuela Ghizzoni:

«Alle porte sbattute in faccia a oltre 10 milioni di italiani (quelli che hanno votato per la coalizione “Italia bene comune”) abbiamo risposto con la proposta di candidare alla presidenza di Camera e Senato personalità di profonda e “positiva innovazione”: Laura Boldrini e Pietro Grasso. Persone dalla storia individuale non comune, che hanno speso la propria vita al servizio del Paese e degli ultimi. Nel loro primo discorso hanno pronunciato parole semplici e vere, di quelle che vanno dirette al cuore e alla mente. Insomma, con la candidatura e poi l’elezione di Boldrini e Grasso abbiamo dato prova, seppur da soli, che cambiare in meglio si può. Non tutti hanno apprezzato, ovviamente. Pdl e Lega non si son certo spellati le mani ad applaudire i tanti passaggi dell’intervento della neo presidente Laura Boldrini, dedicati agli “ultimi”. Lo hanno invece fatto i deputati del M5S: ma allora mi chiedo perché non l’abbiano votata. Al Senato la soddisfazione è stata bissata con l’elezione di Pietro Grasso. Per regolamento, alla quarta votazione si procede con il ballottaggio tra i due candidati più votati Grasso e Schifani, due figure che certamente non sono sovrapponibili! Eppure per Scelta civica e per il M5S le così evidenti differenze nelle storie personali di Grasso e Schifani non sono state sufficienti per arrivare ad esprimere una opzione netta. Nella coalizione centrista ha prevalso non la ragione politica, bensì il risentimento di un Premier che dopo il deludente esito elettorale voleva farsi Presidente e al quale un Presidente più in alto di lui ha risposto “No, non si può fare”. L’atteggiamento del M5S è riassunto nelle parole del capogruppo Crimi: “il gruppo è uscito all’unanimità con un’unica speranza, che era quella della non rielezione di Schifani”. L’auspicio espresso che Schifani non fosse rieletto è per me un importante punto di condivisione immediatamente adombrato però da un dubbio: ma se davvero non vuoi che l’ex presidente torni a fare il presidente allora ti limiti a stare alla finestra o agisci per scongiurare quell’eventualità? Il mero auspicio non è una assunzione di responsabilità, è un atteggiamento del peggior doroteismo. Interessante, comunque, l’atteggiamento del Capo e degli eletti del M5S di fronte alla prima decisione vera imposta dalla inedita presenza in Parlamento che è, per sua natura, il luogo delle scelte. Scelte che non sono mai neutre e che sempre incidono sulla vita degli italiani. Fare proclami è un’altra cosa: più facile e suggestiva. Compiere scelte, invece, è più faticoso perché ci pone di fronte alle nostre responsabilità verso i cittadini. E quelle che ci attendono – l’elezione del presidente della Repubblica, la nascita del nuovo Governo, dire sì o no ai singoli provvedimenti – saranno ben più complesse della elezione di Boldrini e Grasso perché maggiore sarà l’effetto della decisione sulla vita degli italiani. E in tutti questi traguardi che ci attendono, la via di fuga dell’auspicio non sarà praticabile, perché non contemplata dagli elettori che ci hanno mandato in Parlamento ad assumere decisioni per il bene del Paese».

 

















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