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Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia centrale e l’appello per la prevenzione: troppi i Comuni a rischio idrogeologico

bonifica-emilia-centraleAnche opere reggiane, modenesi e mantovane in “un piano per ridurre il rischio idrogeologico tra Emilia e Lombardia, dalla pianura alla montagna; ma soprattutto, un programma che conferma l’attenzione che il nostro Consorzio riserva all’ambiente circostante, tra ricostruzione e rispetto”. Lo afferma Marino Zani, presidente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, che alla luce del meeting dell’Anbi sull’operato delle Bonifiche in Italia, ha proposto un piano d’azione di manutenzione straordinaria in Italia dove, ogni anno, “si verificano eventi meteorologici estremi – ha ricordato Massimo Gargano, presidente Anbi, – e dove notiamo con preoccupazione lo strutturarsi della cultura dell’emergenza invece che della prevenzione”.

Il piano proposto dall’Anbi per la prevenzione contempla 2943 interventi per un importo complessivo di 6.812 milioni di euro ed è in costante aggiornamento.

“I Consorzi di bonifica – spiega Marino Zani proprio nelle ore in cui un’immensa quantità d’acqua è stoccata in Appennino sotto forma di neve – partecipano alla difesa del suolo assieme a Stato, Regioni, Province, Comuni”.

Cosa proponete?

“Progetti che nel nostro comprensorio evidenziano con precisione interventi, luoghi e cifre dei lavori in programma e che vanno proprio nell’ottica della prevenzione, di cui troppo poco si parla”. Tra i progetti dell’Emilia Centrale spiccano manufatti straordinari alle opere di bonifica, sistemazioni idrauliche, adeguamento e potenziamento del sistema scolante, opere per la laminazione delle piene, consolidamento frane, ripristino dissesti. Un importo totale di oltre 120 milioni di euro.

“Gli interventi di maggior peso sono certamente quelli relativi all’area di pianura – dice Domenico Turazza, direttore dell’ente consortile – in cui l’intento è di procedere con un adeguamento generale delle infrastrutture di bonifica agli apporti urbani. Il Piano interessa i principali bacini e sottobacini della rete di bonifica in gestione al Consorzio, e così pure i più importanti nodi idraulici. Complessivamente in pianura il Piano contempla una cinquantina di interventi che sommano a quasi un centinaio di milioni di euro. Invece in montagna gli interventi previsti, che interessano l’intero comprensorio montano del Consorzio dell’Emilia Centrale, sono ben 140 per oltre 24 milioni di euro.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Dissesto idrogeologico, a rischio anche edifici scolastici e ospedalieri

Secondo dati del Ministero dell’Ambiente, sono 6.633 (82%) i comuni in pericolo per il dissesto idrogeologico; si tratta di una situazione di drammatica vulnerabilità. Nei rapporti ufficiali vengono raccolti dati, che destano vivissima preoccupazione, se si considera che 6 milioni di persone abitano in un territorio ad alto rischio idrogeologico e 22 milioni in zone a rischio medio; si calcola che 1.260.000 edifici sono a rischio di frane ed alluvioni: 6.251 sono scuole mentre gli ospedali sono 547, di cui 827 edifici di scuole e 103 edifici di ospedali in Emilia-Romagna (fonte Cresme).

L’Italia è un Paese fortemente antropizzato con una densità media, pari a 189 abitanti per chilometro quadrato (in Francia: 114 abitanti; in Spagna: 89), ma con fortissime differenze nella distribuzione territoriale: ai 68 abitanti per chilometro quadrato della Sardegna si contrappongono i 379 abitanti per chilometro quadrato della Lombardia; la Campania arriva a 420 abitanti per chilometro quadrato. La fragilità del territorio è aggravata dall’intensa urbanizzazione. Da qui deriva la necessità di costanti ed organiche azioni di manutenzione, volte a garantire l’adeguamento e l’efficienza delle reti di deflusso idraulico, abbisognando al contempo un profondo ripensamento sul ruolo delle interferenze umane nella dinamica evolutiva degli alvei e dei sistemi fluviali.

 

 

 

 
















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