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Nita May, giornalista della BBC e collaboratrice di Aung San Suu Kyi, a Reggio per visitare il Centro per l’infanzia “Malaguzzi”

NitaYinYinMay-Malaguzzi“Parlate, raccontate a tutti del vostro disagio, del vostro desiderio di autentica democrazia. Questo abbiamo fatto noi con coraggio. Fatelo anche voi, anche in questo momento difficile per il vostro paese. La democrazia è nelle mani di ciascuno di voi”.

È con queste parole che Nita Yin Yin May, amica e collaboratrice di Aung San suu Kyi, imprigionata nelle carceri birmane e oggi giornalista della BBC, si è rivolta agli studenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia nel corso della visita in città che si è svolta ieri, martedì 11 dicembre. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione per l’amicizia Italia-Birmania, che ha accompagnato Nita Yin Yin May anche al Centro internazionale per l’infanzia ‘Loris Malaguzzi’, dove è stata ricevuta dall’assessore all’Educazione del Comune Iuna Sassi e dalla consigliera comunale Rossana Cavatorti.

Nell’aula magna dell’università, di fronte a moltissimi studenti, Nita May ha tenuto una lezione sul tema della democrazia insieme ai professori Giorgio Zanetti e Laura Cerrocchi e in seguito ha visitato gli atelier del centro Malaguzzi, constatando quanto l’Amministrazione comunale investa in campo educativo e formativo, nel solco di una tradizione pedagogica nata dalla convinzione che l’istruzione è la chiave di volta per alimentare una cultura democratica.

Frutto di questa visita sarà una collaborazione tra la Birmania, l’università e il centro Malaguzzi di Reggio Emilia per avviare un progetto di ricostruzione del sistema educativo distrutto dalla dittatura militare poiché, come ha sottolineato Nita May, anche in Birmania, governata da una dittatura militare per lunghi anni, questo ambito riveste grande importanza per consolidare la cultura democratica.

Agli studenti reggiani, Nita May ha raccontato la sua storia personale. Il suo compito era quello di temere i contatti con il movimento democratico birmano, in particolare con la leader Aung San suu Kyi. Per questo, è stata arrestata nel 1990 e incarcerata dai militari in cella d’isolamento. Ha partorito in carcere il figlio e lo ha dovuto consegnare ai familiari per le durissime condizioni di vita nel carcere, dove assisteva ogni giorno alla morte di altri bambini. Quando è uscita, dopo 15 anni, il suo più grande dolore è stato quello di non essere riconosciuta dal suo stesso figlio.

Ha ripreso a lavorare per il movimento democratico ed è stata costretta a trasferirsi come rifugiata politica in Inghilterra. Rientrata dopo molti anni, continua ancora oggi a sostenere le battaglie di Aung San suu kyi.

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