La legge di riordino della Polizia municipale, secondo il progetto già presentato dal senatore Giuliano Barbolini, è una priorità, proprio come la necessità di specificare dal punto di vista legislativo l’integrazione delle Forze dell’ordine che operano sul territorio. Ecco perché chiederemo al prossimo Governo di considerare questi due punti delle priorità non rimandabili. È quanto ha affermato l’assessore alla Qualità e Sicurezza della città Antonino Marino durante il dibattito sulla sicurezza suscitato da un’interrogazione che il capogruppo del Pdl, Adolfo Morandi, ha presentato in Consiglio comunale lunedì 26 novembre.
“In questi quattro anni non abbiamo mai negato i problemi di sicurezza; d’altra parte non esistono città a crimini zero e la crisi economica porta a un generale aumento della marginalità sociale e dei crimini. Per questo le politiche per la sicurezza a Modena non sono state impostate sui sindaci sceriffo – ha continuato Marino – ma su un maggiore presidio del territorio coniugato con interventi di recupero dal degrado. La municipale deve coadiuvare le altre forze dell’ordine, non bisogna però dimenticare che ha funzione di supporto e la carenza di agenti di Polizia di Stato sul territorio è stata confermata dallo stesso Questore”.
Nello specifico, l’interrogazione, trasformata in interpellanza, definiva “il comparto industriale di Modena nord, di via Romania, via Grecia e strade laterali, assediato dalla malavita che, approfittando della scarsa illuminazione urbana, ha trasformato la zona in un luogo infestato da prostitute, soggetto a continui furti e all’abbandono di siringhe”, aggiungendo inoltre: “I residenti di diversi quartieri della città lamentano che la sicurezza è sottovalutata, e che occorrono maggiori risorse e più agenti”. L’istanza chiedeva quindi quali azioni l’Amministrazione “intendesse intraprendere per tutelare la sicurezza; se e come intendesse aumentare l’illuminazione della zona e quali altre misure intendesse mettere in atto”.
L’assessore ha spiegato che l’illuminazione nella zona è regolata da due impianti programmati per accendersi 20 minuti dopo del tramonto e spegnersi 30 minuti prima del sorgere dell’alba. Ha ricordato che Modena, secondo quanto disposto dal Pacchetto sicurezza, è stata tra i primi Comuni a usare le ordinanze per contrastare la prostituzione di strada, le cui disposizioni sono poi confluite nel Regolamento di Polizia urbana, affinché non fossero annullate dalla sentenza della Corte Costituzionale che legittima solo quelle a carattere “contingibile e urgente”.
Marino ha quindi sottolineato che “dall’inizio dell’estate nella zona si svolgono controlli mirati della municipale di sera e di notte, durante i quali sono state accertate 60 violazioni al Regolamento, soprattutto nella zona della rotatoria; mentre sul fronte della prevenzione ha citato, a titolo esemplificativo, il progetto “Oltre la Strada”, a cui collabora anche la municipale: dal 2010 a oggi sono 75 le ragazze tolte dalla strada e avviate al reinserimento sociale. “Si tratta di un monitoraggio costante – ha aggiunto – che proseguirà in collaborazione con la Polizia di Stato, impegnata sulla zona per contrastare prostituzione e criminalità: sono 34 i servizi congiunti effettuati, durante i quali sono state chiuse due attività di sfruttamento della prostituzione esercitate in appartamenti, come sono stati chiusi, per lo stesso motivo, due centri estetici gestiti da cittadini cinesi”.
Per il Pd Maurizio Dori ha commentato: “Quando si parla di sicurezza, la destra chiama sempre in causa la Polizia municipale; lo Stato centrale deve fare qualcosa di più per tutti noi e il primo aspetto da cui partire è realizzare il coordinamento delle forze dell’ordine”. E il capogruppo Paolo Trande ha osservato che “alcune aree della città soffrono più di altre e Modena ha iniziato da tempo a parlare di sicurezza urbana integrata, ma i problemi sono complessi e contro il degrado bisogna dispiegare tutte le forze: il Comune rispetta i patti e porta il numero dei vigili urbani a 220 e il nuovo questore ha chiesto nuove forze da disporre sul territorio”. Per Sergio Celloni di Mpa “è chiaro che ci deve essere coordinamento delle Forze di polizia. Il prefetto continua a dire che tutto va bene anche se i dati mostrano il contrario; chiedo quindi all’Amministrazione comunale di percorrere altre strade, come l’albo della prostituzione, quartieri o luoghi dedicati”. Nicola Rossi di Modena Futura ha insistito “sulla necessità di coordinamento delle Forze dell’ordine, che potrebbe concretizzarsi anche in nuclei operativi misti” e ha ricordato come “la riforma della Polizia municipale non abbia ancora trovato applicazione, nonostante la generale condivisione sul tema”. Sandro Bellei del Pdl ha auspicato “che la municipale faccia meno contravvenzioni e stia più attenta a quanto accade, perché bisogna cambiare passo, utilizzare al meglio le risorse e indirizzarle verso lo scopo più importante; la città ha paura – ha concluso – e in parte dipende anche dalla scarsa illuminazione”.
In sede di replica l’interrogante Morandi ha rimarcato: “L’assessore vuole dare l’idea che il Comune sta facendo tutto il possibile per contrastare questi fenomeni, ma il problema non è il Regolamento di polizia urbana ma la sua applicazione che rischia di fargli perdere efficacia. Inoltre, manca la condivisione delle informazioni tra le Forze dell’ordine, un problema superabile solo con un provvedimento normativo a livello nazionale, ma anche il Comune può dare un apporto maggiore per contrastare i fenomeni di degrado”.