In piena estate è stato compilato il Rapporto della Banca d’Italia – Ufficio UIF Investigazioni Finanziarie – riassuntivo dei dati sul primo semestre 2012, in merito alle segnalazioni raccolte sulle operazioni di riciclaggio e operazioni economico-finanziarie sospette.
In verità, sono rintracciabili anche le segnalazioni per sospetto di finanziamenti al terrorismo e traffico d’armi ove, inaspettatamente se ne rilevano ben 6 provenienti dalla nostra regione – al terzo posto in Italia – delle quali ben 2, inviate dalla provincia di Modena.
Ma occupiamoci delle operazioni sospette di riciclaggio malavitoso.
Il lavoro della Banca d’Italia è notevole e meritorio perché ricco di dati utili, che aiutano a guardare in faccia questa realtà, capire chi fa di più e chi molto meno.
Sopratutto, se ne possono trarre indicazioni utili di lavoro per contrastare con più efficacia le infiltrazioni mafiose o malavitose nella nostra economia.
Con una legge del secondo governo Prodi, è fatto obbligo per Enti pubblici, intermediari finanziari, professionisti ed operatori non finanziari, segnalare all’Ufficio Investigazione della Banca d’Italia ogni operazione finanziaria o patrimoniale, sospettata di riciclaggio o copertura di transazioni illecite.
Un obbligo di legge molto opportuno e che non manca di dare risultati importanti in termini di denunce e segnalazioni all’Autorità Giudiziaria per centinaia di indagini e procedimenti penali o amministrativi.
Un obbligo assolto con scrupolo da alcuni soggetti, ma anche troppo sottovalutato da attori che sarebbero fondamentali nella lotta preventiva contro l’economia malavitosa.
Delle 34.500 segnalazioni per operazioni sospette raccolte in tutta Italia in questo primo semestre – l’8% delle quali dall’Emilia Romagna, al 4° posto fra le regioni che “segnalano” – la stragrande maggioranza proviene da banche ed uffici postali: oltre il 90% .
Sospetti e segnalazioni che, il più delle volte, sorgono già al contatto col “cliente allo sportello” e per questo ci fanno riproporre, ancora una volta, la necessità di avviare e perfezionare con urgenza specifici corsi formativi per gli operatori e dipendenti in “prima linea”.
Una sollecitazione che proviene con forza dal nostro Sindacato dei bancari Fisac/Cgil.
Si leggono poi dei dati che sconcertano per la loro leggerezza.
Solamente lo 0,4% delle segnalazioni proviene dal variegato mondo delle Imprese di Assicurazioni. Addirittura, quasi inesistenti – 17 in tutta Italia – quelle proposte dalle SIM /Società di intermediazione mobiliare. Ovvio ogni commento.
Ma un’attenzione particolare – ed una proposta – merita il filone delle segnalazioni provenienti da un mondo che, volendo, sarebbe “privilegiato” nel captare segnali e sospetti fondati nelle transazioni illecite: i professionisti.
C’è tuttora un evidente disinteresse, quando non copertura, rispetto alle tutele nella legalità.
A livello nazionale, a parte la figura dei notai veri e propri pubblici ufficiali, il panorama è desolante.
Bastano le dita delle mani per contare le segnalazioni provenienti da Studi legali, avvocati, contabili, agenzie d’affari, consulenti vari e commercialisti.
Battuti perfino dai “gestori di giochi e scommesse” e dai centri “compro oro” che, almeno, insieme totalizzano 170 segnalazioni.
Con un sospetto aggravante che emerge dalla lettura attenta dei dati di Banca d’Italia, a proposito del “pro-forma” di parecchie segnalazioni provenienti dal mondo delle professioni: oltre il 10% il doppio delle media) sono subito archiviate e quindi nemmeno prese in considerazione, per palese inconsistenza.
A livello regionale, il controllo e le segnalazioni da banche e poste è consistente, con 2.750 invii di sospetti.
Al primo posto Bologna con 632, e subito dopo Modena con 462 segnalazioni sospette.
Di queste, i professionisti emiliano-romagnoli, ne segnalano 32 – pur essendo il terzo dato più elevato fra tutte le regioni – con 8 casi da Bologna, 13 da Reggio E. e solo 3 da Modena !
Una scarna continuità con i dati delle segnalazioni degli anni precedenti. Come spiegare il fatto che i casi segnalati dalle banche crescono ed i casi sospettati da avvocati, consulenti, commercialisti, ecc. modenesi calano?
Pur senza indulgere in facili ed inutili retoriche, è evidente che occorre una sostanziale inversione di tendenza.
Il mondo delle professioni emiliano e modenese, non può sottrarsi dall’innestare una o due marce in più, confermando la sua sostanziale integrità etica e responsabilità verso il contrasto al riciclo e tutele di legalità.
La situazione post-terremoto, ed il “giro” di lavori ed affari che richiederà, ne accentua l’urgenza.
Siccome in un convegno di questi giorni a Bologna fra commercialisti e finanzieri, è emersa la primordiale preoccupazione di “tutelare e non esporre i singoli professionisti” all’atto di avanzare le opportune segnalazioni alla UIF-Banca D’Italia, avanziamo una PROPOSTA semplice e percorribile.
Ogni professionista potrà segnalare con riservatezza i propri casi sospetti al proprio CUP-Comitato Unitario delle Professioni, presente in ogni provincia.
Sarà poi il CUP a rapportarsi con l’Ufficio Investigativo.
In Emilia Romagna, ed a Modena in particolare, i CUP sono ben radicati e del tutto operanti con sensibilità sulle tematiche ed i bisogni della legalità.
(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)