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La riforma del mercato del lavoro preoccupa Confcooperative Emilia Romagna

“La riforma del mercato del lavoro ci preoccupa, soprattutto per il suo impatto sulle imprese”: non usa giri di parole il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Maurizio Gardini, per commentare la nuova legge approvata dal Governo, a due mesi dalla sua entrata in vigore, anche se ammette che rispetto al disegno di legge iniziale sono stati compiuti alcuni passi in avanti.

“Ottenuta senza prestare grande attenzione alla concertazione – prosegue Gardini – questa riforma lascia poco spazio alla contrattazione. Si enfatizza l’apprendistato come contratto unico di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, ma ci si dimentica che si entra o si rientra nel mondo del lavoro anche dopo i 29 anni. Si vuole combattere la precarietà, e noi siamo totalmente d’accordo, ma non si riesce a distinguere tra le situazioni in cui la flessibilità è connaturata al sistema e quelle patologiche. Ci sembra che ci sia la repressione di fenomeni patologici e non il governo di situazioni difficili per farle evolvere positivamente”.

La Riforma affronta anche il tema dei servizi per l’impiego. “Un settore quest’ultimo – aggiunge Gardini – nel quale le cooperative possono svolgere un ruolo decisamente importante, in particolare quelle sociali di inserimento lavorativo di persone svantaggiate”. Per quanto riguarda un altro aspetto della Riforma, la creazione di nuovi posti di lavoro, il presidente di Confcooperative Emilia Romagna sottolinea che “gli stranieri non investono nel nostro paese anche perché abbiamo un sistema di relazioni industriali barocco. Per uscire da questa situazione è necessario un nuovo modello di partecipazione dei lavoratori nel quale i sindacati devono superare l’attuale posizione che li vede come il ‘partito del no e della rivendicazione esasperata’, le imprese devono trovare il modo di aumentare le risorse innalzando la loro produttività e i Governi, nazionale e locali, devono dimostrare con i fatti di crederci”.

“La Riforma Fornero in sintesi – conclude Gardini – non affronta i veri problemi principali del nostro paese e del sistema imprenditoriale, vale a dire la diminuzione della produttività e della competitività. E solo un’inversione di rotta potrà consentire di aumentare il potere d’acquisto degli italiani frenando la costante contrazione dei consumi e la conseguente riduzione dei fatturati che negli ultimi anni stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza di molte imprese”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il prof. Patrizio Bianchi, Assessore regionale alla Scuola, Formazione professionale, Università e Ricerca, Lavoro, secondo il quale la nuova Legge non affronta le problematiche che le imprese ed il paese si trovano oggi a vivere in un contesto globalizzato in cui occorre aumentare il valore aggiunto delle nostre produzioni puntando su una ‘infrastruttura’ fondamentale come quella educativa”. “La Legge Fornero, invece, – prosegue Bianchi – punta in prevalenza sugli ammortizzatori sociali e non sulla formazione che rappresenta un pilastro fondamentale di investimento sulla persona e produce crescita economica”.

Un tema, questo, ripreso anche dal direttore di Confcooperative Emilia Romagna, Marco Venturelli, che ribadisce l’importanza dell’investimento nelle risorse umane e della valorizzazione dell’uomo all’interno delle imprese. “Il nostro impegno – ha aggiunto Venturelli – si traduce in un’attività in costante evoluzione, realizzata attraverso l’istituto di formazione Irecoop, che porta avanti progetti di ricerca e politiche specifiche per i giovani”. “Al Governo – conclude Venturelli – chiediamo più impegno per individuare soluzioni pratiche condivise e valide per gestire al meglio una fase di grande difficoltà occupazionale e sociale come quella attuale”.

Una risposta in questo senso arriva dalla Regione Emilia Romagna, che si sta muovendo su un piano di merito e di metodo che privilegia la condivisione delle scelte. “In quest’ottica – afferma l’Assessore Patrizio Bianchi – il Piano Giovani messo a punto dalla Regione ha l’obiettivo di sviluppare il sistema produttivo per far incontrare domanda e offerta e realizzare le migliori condizioni per creare occupazione tra le giovani generazioni”.

















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