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Oltre i confini del design. I mondi possibili di Elio Caccavale, ospite a Cersaie 2012

Se nel senso comune il progettista è colui che disegna edifici, ambienti o cose, Elio Caccavale è andato oltre, uscendo dai confini del design ed esplorando altri mondi. Il professionista di origine napoletane e attivo a livello internazionale lo ha raccontato oggi agli studenti in occasione della Lezione alla rovescia, un evento che si è svolto nell’ambito del cartellone culturale di Cersaie all’Europauditorium di Bologna. Con lui sul palco, oltre al professore,Rolando Giovannini, c’era l’architetto Stefano Mirti, che ha dialogato e stimolato le domande degli studenti, provenienti da istituti e scuole d’arte di Sassuolo, Finale Emilia, Faenza, Reggio Emilia e Modena, che hanno posto le loro domande al protagonista. Dopo gli incontri degli anni scorsi, con creativi del calibro di Enzo Mari e Alessando Mendini, anche quest’anno Cersaie offre ai giovani l’opportunità di confrontarsi direttamente con uno dei più originali e apprezzati professionisti italiani. Caccavale è un giovane designer, anche se considera questa una definizione incompleta, e anche un maestro di social fiction, nonostante non ami il termine mastro: “Io mi definisco un ‘category mistake’, non appartengo a una categoria predefinita”, ha spiegato. “Ritengo interessante il design quando è messo in relazione a contesti socio-culturali, quando è legato a storie molto ricche”.“Questo ci dice che il design è narrazione, attraverso oggetti della cultura materiale”, ha sottolineato Mirti. “Lo vediamo chiaramente qui a Cersaie, in questi eccezionali stand, dove il design emerge come narrazione di mondi possibili”. Da qui l’interesse di Caccavale per la scienza. “Mi attirano le situazioni in cui vi sono tecnologie in via di sperimentazione da parte degli scienziati”, ha affermato.“È qui secondo me che il design ha molto da dire perché può occuparsi di cose che ancora non esistono, come oggetti interfacciati a sistemi biologici, e dei contesti sociali in cui si inseriscono. La sfida è chiedersi: in quale formato potrebbero concretizzarsi?”. Celebre per aver messo il design al servizio della ricerca scientifica, della biologia e della bioetica, Caccavale ha infatti disegnato giocattoli educativi e interattivi, ha progettato prodotti sperimentali per le scienze biologiche e per il concepimento assistito, ha indagato quello che può nascere dalla collaborazione tra artisti, designer, educatori e scienziati. “Nel suo mondo – ha fatto notare Mirti – il designer non è solo chi dà risposte a bisogni, ma è qualcuno che ci fa venire in mente nuove domande a cui non avevamo pensato. Una persona che fa leva sui nostri desideri e inventa nuovi mondi”. Ma com’è iniziato questo percorso di ricerca?“Dopo il liceo me ne sono andato dall’Italia non perché non mi piacesse, ma per curiosità. L’ho fatto per conoscere cose che qui non c’erano, per venire a contatto con persone nuove e una nuova lingua. Sono andato a finire a Glasgow, perché era un posto vicino al mio modo di pensare. Una scelta naturale, perché lì mi divertivo”. Fondamentale nella formazione secondo Caccavale la passione per quello che si fa: “Mi ha aiutato l’avere scelto di occuparmi di ciò che mi appassionava, questo rendeva lo studio un gioco”. Decisiva poi l’esperienza al Royal College of Art “Qui noi studenti eravamo stimolati a reinventare non solo le cose intorno, ma anche noi stessi, per poi inventarci un mestiere”. Il consiglio ai giovani e ai futuri designer e creativi e di non fissarsi sulla paura del futuro e sulla crisi, ma di cogliere l’occasione per creare un mondo nuovo. La strada è cercare di capire il presente e mettere in relazione, le cose che ci appassionano, collegare le idee nuove con la tecnologia, ad esempio”. Tutto questo a patto di avere una buona preparazione: La scuola ti dà una cassetta degli attrezzi che ti sarà utile per tutta la vita. Bisogna assicurarsi di uscire dalla scuola con questo tool kit”.

 

















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