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Filippi (PDL): “il Ministro Profumo e l’ora di religione nelle scuole”

Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, intervenendo a Torino alla festa di Sinistra ecologia e libertà (Sel), davanti ad una platea di comunisti, ha affermato: “Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole, così come è concepito oggi non abbia più molto senso. Probabilmente quell’ora di religione andrebbe adattata, potrebbe diventare un corso di storia delle religioni o di etica”.

Spiace constatare che un ministro della Repubblica, peraltro non eletto, dimostri di non conoscere la Costituzione italiana ed in particolare l’articolo 7, a favore del quale votò persino Togliatti. Il ministro dell’Istruzione dovrebbe conoscere l’esistenza dei Patti lateranensi e del Concordato che regola i rapporti fra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica: concordato stipulato, per la prima volta, nel 1929 e rinnovato nel 1984; in quest’ultima versione, oltretutto, l’ora di religione è divenuta facoltativa e non più obbligatoria.

Decine di generazioni sono cresciute seguendo le lezioni di religione nelle scuole e non sarà certo un ministro “tecnico” di un Governo nato grazie ad un “golpe bianco” istituzionale a mortificare i valori di milioni di cattolici italiani. Giù le mani dunque dall’ora di religione nelle scuole italiane.

Dal punto di vista didattico, l’insegnamento della religione ha già subito trasformazioni significative: trasformazioni che hanno teso a privilegiare i contenuti storici rispetto a quelli dottrinali. Si può così asserire che, oggi, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole rappresenta un contributo significativo all’arricchimento della cultura generale degli studenti.

A questo proposito il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura ha ricordato che: “L’ora di religione deve restare cristiana, come stabilito dagli accordi concordatari, anche se rinnovata didatticamente nel metodo: il messaggio evangelico e i grandi insegnamenti cristiani vanno sempre insegnati, ma c’è spazio anche per un aggancio con il mutare della società e lo sviluppo dei tempi e della cultura”.

(Fabio Filippi, Consigliere regionale del Pdl)
















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