Il quasi certo buco nel bilancio del Comune di Modena, annunciato in luglio anche dallo stesso assessore Boschini, è stato scongiurato grazie ad una entrata imprevista, giunta all’ultimo momento per effetto dell’aumento di € 5.465.207,26 del Fondo perequativo.
Per meglio capire questa voce, che può essere considerata straordinaria, bisogna rifarsi all complicata introduzione dell’IMU, la nuova imposta che, in sostituzione dell’ICI, è calcolata su rendite catastali raddoppiate rispetto al passato e grava anche sulla prima casa.
I calcoli sono alquanto complicati anche nel rapporto tra Stato e Comuni e si deve distinguere tra il valore dell’incasso convenzionale, fissato dallo Stato sulla base di parametri con aliquote base, e il valore dell’incasso richiesto da ciascun Comune secondo le aliquote deliberate.
Lo Stato, che inizialmente aveva determinato per il Comune di Modena un valore convenzionale di circa 59/M di euro, nel mese di settembre ha abbassato il valore convenzionale, riconoscendo quindi al Comune la differenza di 5,4/M di euro con un aumento di pari importo del valore del Fondo perequativo.
Nell’immediato il pericolo di un buco nel bilancio è stato scampato, però vista la natura straordinaria dell’entrata imprevista i dubbi sulla tenuta dei conti per il futuro rimangono. Non a caso Pighi e Boschini stanno pensando alla vendita delle azioni Hera.
Se la Giunta può tirare un sospiro di sollievo per il salvataggio in extremis, non possono dirsi altrettanto soddisfatti cittadini e imprese modenesi, sui quali incombe la seconda rata dell’IMU.
La variazione di bilancio di settembre conferma infatti che il gettito totale da IMU per il 2012 sarà di € 74.204.000.
Tenuto conto che alla data del 2 luglio risultavano riscossi € 23,7/M con il primo acconto, la differenza di oltre 50/M sarà incassata con i versamenti della seconda rata di dicembre.
In sostanza l’acconto di giugno era calcolato sul 50% del valore convenzionale (circa € 50/M), mentre a dicembre il saldo è calcolato sul valore determinato dal Comune (€ 74,2/M) con le aliquote definitive, fissate in base alla discrezionalità concessa dal Governo ai singoli Comuni.
L’amara conclusione è che tocca a cittadini e imprese sfondare le proprie tasche per colmare i buchi del bilancio comunale, con l’aggravante che a maggiori tasse corrispondono addirittura minori servizi.
Peggiore situazione non poteva capitare, un mix oltre modo negativo e, per rendere meglio l’idea, paragonabile a ‘pizza fredda e birra calda’ e a prezzo molto salato.
(Dante Mazzi, capogruppo PdL in Consiglio provinciale di Modena)