Un finanziamento che servirà per sostenere l’innovazione di processi produttivi e prodotti ed avere così maggiori possibilità di agganciare la ripresa. L’opportunità arriva da un bando gestito per conto della Regione dalla Fondazione Democenter-Sipe. Ogni progetto dovrà coinvolgere almeno tre imprese, favorendo così anche l’aggregazione e il lavoro in rete. Per fare domanda c’è tempo fino al 30 novembre.
“Fare rete e investire sull’innovazione – spiega il presidente della Fondazione Democenter-Sipe Erio Luigi Munari – sono le due direzioni principali lungo cui il nostro territorio deve investire per ripartire. Vale per tutti ma ovviamente a maggior ragione per il distretto del biomedicale, che oltre alla crisi sconta le gravi difficoltà legate al sisma ma che proprio in questi mesi ha dato prova di avere la qualità e il coraggio necessari per vincere questa sfida. Il nostro compito, anche con questo bando, è sostenere concretamente questo sforzo”.
Sono sei le linee di ricerca per le quali le imprese interessate possono candidarsi a lavorare. Un pacchetto di proposte che definisce la frontiera lungo cui si sta muovendo il settore: si va dallo studio di materiali biocompatibili a sensori di ultima generazione, dai test automatici per le apparecchiature per la dialisi a nuovi sistemi per sterilizzare attraverso irraggiamento. Su questi temi le imprese devono lavorare per accrescere la propria competitività.
Il bando le aiuta a farlo mettendo a disposizione 84mila euro per ogni progetto che sarà approvato per ciascuna delle sei linee di ricerca. Il finanziamento servirà soprattutto per assumere per un anno nelle aziende vincitrici fino a tre giovani ricercatori, che porteranno le proprie competenze nelle imprese. La domanda deve essere presentata, come accennato, da raggruppamenti di almeno tre piccole e medie imprese oppure tra una grande impresa e almeno quattro pmi.
La Fondazione Democenter-Sipe è già al lavoro nel distretto con due progetti d’innovazione, finanziati sempre dalla Regione, ormai prossimi ad essere ultimati.
B. Braun e Lean hanno dato vita al Laboratorio ICL (Integrated Compounding Lab) per produrre in ambiente ospedaliero, nella fattispecie presso l’AUSL di Modena, composti farmacologici personalizzati per il trattamento di patologie complesse mediante somministrazione endovenosa. Un’operazione che finora veniva effettuata in modo manuale, quindi non facilmente controllabile, ripetibile e veloce.
Bellco e Medica Spa con il progetto FARE stanno realizzando, invece, nuove tecnologie di filtrazione del sangue che superino il muro dell’albumina, ovvero che riescano a trattenere le sostanze nocive senza privare il sangue dei fattori nutritivi, permettendo così un rapido miglioramento e una stabilizzazione del paziente ad esempio nel caso di insufficienza renale grave o acuta, che si verifica anche in contemporanea disfunzione di altri organi. La piattaforma tecnologica realizzata dal laboratorio sarà messa a disposizione delle imprese del distretto biomedicale mirandolese, offrendo soluzioni sino ad ora reperibili soltanto all’esterno.