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Si esibisce in performance hard, denunciato dai carabinieri a San Polo d’Enza

Dal “palcoscenico” che aveva ricavato nel tratto della Provinciale 513 R in località Ienza, comune di San Polo d’Enza, si esibiva in particolari performance di autoerotismo: scene hard rivolte – stando alla denuncia presentata ai Carabinieri – ad una ciclista reggiana che si è ritrovata ad essere tampinata dall’esibizionista mentre percorreva la citata provinciale. A rivelarlo le indagini dei Carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza che, con l’accusa di atti osceni in luogo pubblico, hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia un autotrasportatore 30enne di Guastalla. Secondo la ricostruzione investigativa dei Carabinieri sanpolesi l’uomo, domenica mattina, alla guida della sua auto si è recato nei tornanti della provinciale 513 R incominciando ad inseguire una ciclista 38enne reggiana che ha affiancato più volte, lasciandosi andare ad inconfondibili gemiti accompagnati da palpamenti nelle sue parti basse. Ma non solo! In piu’ di un occasione l’uomo ha superato la ciclista attendendola più avanti dove, sceso dall’autovettura e dopo essersi denudato, si lasciava andare a evidenti performance di autoerotismo riservate alla malcapitata ciclista.

A giocare a sfavore dell’esibizionista è stata la ferma condotta della vittima che, dopo aver annotato il numero di targa dell’auto in uso all’uomo, ha lanciato l’allarme al 112 dei carabinieri che hanno allertato le pattuglie in circuito tra cui quella della stazione di San Polo d’Enza. Grazie alla targa ed alla descrizione dell’uomo, i Carabinieri di San Polo d’Enza sono giunti all’odierno indagato, fermato alla guida della sua autovettura poco lontano dalla località prescelta per le sue esibizioni. 

Alla luce degli incontrovertibili elementi di respirabilità raccolti, l’uomo è stato quindi denunciato alla Procura reggiana in ordine al reato di atti osceni in luogo pubblico. A nulla sono valsi i tentativi di discolpa forniti ai Carabinieri ai quali ha giustificato le sue “soste” una prima volta per far pipì e la seconda per far legna: le indagini, supportate dalle testimonianze raccolte dai carabinieri, l’hanno infatti sconfessato.

 

















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