Il commercio, con le sue specificità, sta attraversando un momento difficile. Occorre trovare soluzioni innovative, che passano obbligatoriamente attraverso la contrattazione nazionale e decentrata, capaci di valorizzare il lavoro, soprattutto della componente femminile, ma che, al contempo, vadano incontro alle esigenze dei consumatori e delle imprese, piccole e grandi. La regolamentazione degli orari a livello locale è una strada da percorrere così come quella di soluzioni concrete in materia di conciliazione e relativi servizi. Il commento di Palma Costi, responsabile Forum Economia e Lavoro del Pd modenese:
«Un mondo del lavoro fatto in prevalenza di donne, spesso giovani, ha necessità di misure capaci di valorizzarne talenti e voglia di fare, ma anche in grado di tutelarne l’indispensabile ruolo all’interno della famiglia e della società e la contrattazione decentrata ne è lo strumento fondamentale. Il commercio in questo momento sta vivendo una fase di difficoltà legata al calo dei consumi e, nelle zone della Bassa, al colpo inferto dal sisma del 20 e 29 maggio. A questo si associano tensioni nelle grandi strutture distributive legate alla liberalizzazione degli orari e, in alcuni casi, a difficili rinnovi contrattuali interni. Come Pd modenese, impegnato da tempo su questo tema, ribadiamo le nostre posizioni: a nove mesi dal decreto liberalizzazioni riteniamo urgente sollecitare i soggetti coinvolti in modo da trovare soluzioni nazionali e locali capaci di tutelare tutti i diritti in campo, quelli dei lavoratori dipendenti, quelli dei consumatori, quelli delle imprese, sia grandi che piccole. I processi di liberalizzazione devono avere al primo posto l’obiettivo di generare crescita e lavoro, ridurre la precarietà (soprattutto per i giovani e le donne), garantire un lavoro di qualità e rendere possibile la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Per farlo occorrono regole, per questo chiediamo al Governo il riconoscimento del ruolo delle Regioni, in particolare per la grande programmazione, e degli Enti locali nell’organizzazione degli orari della città. Questa la nostra proposta per il governo del Paese, per rafforzare la crescita di un settore, quello del commercio, che merita più attenzione e promozione dei diritti dei lavoratori (dipendenti ed autonomi). Riteniamo, quindi, che sia positivo che il Comune di Modena si stia facendo parte attiva per un processo di autoregolamentazione, che riteniamo però debba coinvolgere anche la Provincia proprio per avere una maggior omogeneità territoriale.
Nello stesso tempo auspichiamo che le rappresentanze sociali affrontino con coraggio e senza ideologie il tema della organizzazione del lavoro nella grande distribuzione e degli aspetti contrattuali, da troppo tempo fonti di conflitti più o meno latenti. Guardiamo con preoccupazione, ad esempio, all’inasprirsi dei rapporti con i rappresentanti dei lavoratori dentro Coop Estense. Trovarsi su posizioni differenti è fisiologico, ma altrettanto fisiologico dovrebbe essere arrivare ad una soluzione di compromesso che tenga conto delle giuste esigenze di tutte le parti. In passato e, vediamo, in altre realtà similari, questa sintesi è sempre stata raggiunta: auspichiamo che, nell’interesse dei tanti lavoratori e dei soci della cooperativa, anche in questo caso si possano trovare soluzioni condivise che garantiscano il rinnovo contrattuale e una organizzazione del lavoro rispettosa anche dei tempi di vita dei dipendenti. Riteniamo, inoltre, che la valorizzazione in termini di organizzazione del lavoro della maggioritaria componente femminile non possa avvenire se non accompagnata da soluzioni concrete in materia di conciliazione e dei relativi servizi. Per questo auspichiamo che, anche nella grande distribuzione, si sperimentino pratiche di responsabilità sociale rivolte alla conciliazione, come già avviene in altre imprese manifatturiere o di servizio del nostro territorio: dagli orari di lavoro agli asili nido, al trasporto, ad altri servizi di supporto alle lavoratrici e lavoratori. Su tutti questi temi, come Pd, oltre al lavoro in sede parlamentare per correggere una normativa per noi ancora insoddisfacente, continueremo il confronto con le grandi catene commerciali ed i loro rappresentanti, con le organizzazioni sindacali, in rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici, con le associazioni di categoria del piccolo commercio».