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Accordo regionale sulla qualità dell’aria, Legambiente: dove sono le misure strutturali?

Legambiente commenta le dichiarazioni di ieri, in merito alle azioni per contrastare il gravissimo problema della qualità dell’aria, che si ripresenta puntualmente ogni inverno in Emilia Romagna.L’associazione prende atto dell’anticipo delle chiusure al traffico a partire da ottobre, ma allo stesso tempo si rammarica del permanere di meccanismi “flessibili” che lanciano messaggi forvianti alla cittadinanza, e della mancanza più assoluta di misure strutturali volte alla definitiva risoluzione del problema.

Finalmente l’Assessore Freda ammette che lo scorso anno si è verificata una situazione di gravissimo inquinamento, anche se le misure adottate lo scorso inverno sono state a dir poco blande, con sospensione delle giornate di blocco del traffico giustificate dalla pioggia, nonostante la criticità della situazione.

Ancora una volta Legambiente, entrando nello specifico, chiede che una volta raggiunti i 35 giorni di superamento/anno dei limiti di polveri sottili, venga abolita ogni deroga alle chiusure al traffico, e diventino immediatamente obbligatorie le misure emergenziali: un messaggio chiaro e diretto ai cittadini. Nell’attuale accordo il meccanismo di avvio delle misure emergenziale è di difficile comunicazione, e difficilmente entrerà in vigore viste le troppe variabili che devono intervenire.

L’associazione chiede inoltre agli assessori ai trasporti e all’energia, che si rinunci alla costruzione delle nuove autostrade in progetto, che porterebbero solo nuovo inquinamento, favorendo la spostamento privato ed il traffico di merci su gomma. Riteniamo inoltre indispensabile anticipare nella nostra regione l’entrata in vigore della direttiva europea che pone l’obbligo, al 2020, di emissione zero per tutti i nuovi edifici.

Vista l’inadeguatezza delle misure, Legambiente lavorerà per coinvolgere i Sindaci più virtuosi nell’attuazione di vincoli più stretti, che vadano oltre alle giornate di chiusura al traffico proposte dalla regione. Una spinta dal basso che chieda alla Regione Emilia Romagna di farsi promotrice di un accordo sovra regionale tra tutte le amministrazioni del bacino padano, per la definitiva risoluzione del problema.

















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