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Siccità. Meo (Verdi): posticipare l’apertura della stagione venatoria

“A causa del perdurare di condizioni climatiche di estrema siccità in quasi tutta l’Emilia-Romagna, chiedo alla Regione di posticipare l’apertura della imminente stagione venatoria (ora prevista per la terza domenica di settembre) almeno a metà ottobre e alle Amministrazioni provinciali di revocare le eventuali giornate di pre-apertura della caccia che avessero inserito nei calendari venatori provinciali”.

Questo è l’appello che la consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo lancia all’Assessore regionale Tiberio Rabboni e agli Assessori provinciali alla caccia dell’Emilia-Romagna i quali, utilizzando l’articolo 51 della Legge Regionale n. 8/1994, possono vietare l’attività venatoria “per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche”.

Secondo un recentissimo parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale), l’assenza di precipitazioni e il perdurare della siccità fa sì che lo stato fisico degli individui appartenenti alle specie selvatiche dei mammiferi e degli uccelli sia peggiore rispetto alle annate normali in quanto sottoposti ad un enorme stress fisico. Alla forte siccità e alle temperature assai elevate, si è aggiunta la totale e prolungata mancanza di rugiada notturna che rappresenta normalmente un’importante fonte idrica per la fauna.

“L’ISPRA evidenzia – spiega la consigliera Meo – che la situazione che si è creata rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie. Il maggior dispendio energetico per raggiungere le fonti idriche ridotte e fortemente disperse riduce il successo riproduttivo e aumenta la mortalità di giovani e adulti, in quanto maggiormente esposti al rischio di contrarre malattie e di essere predati”.

Alla siccità si aggiunge l’estrema difficoltà di alimentarsi per la riduzione di bacche, semi e insetti. L’ISPRA sottolinea anche la sparizione di habitat legati agli ecosistemi acquatici, il prosciugamento delle zone paludose con il conseguente concentramento di uccelli in poche zone ancora allagate.

“E’ necessario quindi – sostiene la consigliera Meo – posticipare l’inizio di tutte le pratiche venatorie fino a quando la situazione non sarà decisamente migliorata e non soltanto per alcuni giorni, in modo tale da permettere agli animali di riprendersi”.
















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