“Una tassa inutile, nonché grave e penalizzante per l’intero settore alberghiero e per la città”, Nessun giro di parole da parte di Asshotel-Confesercenti Modena, per definire l’imposta di soggiorno, recentemente introdotta dall’Amministrazione comunale a seguito dell’approvazione del Bilancio. “Oltretutto questo freno nuoce doppiamente. Oltre ad incidere sullo sviluppo turistico grava sul lavoro dei molti albergatori resisi disponibili ad accogliere centinaia di sfollati delle zone l sisma grazie alla convenzione sottoscritta con la Protezione Civile che li impegna a fornire servizi a costi fortemente ridotti rispetto agli standard abituali. Data quindi la situazione di emergenza creatasi a causa del terremoto e che sta attraversando il territorio modenese invitiamo l’Amministrazione comunale a sospendere con decorrenza immediata e fino al 31 dicembre 2012 l’applicazione dell’imposta in questione”.
La decisione della Giunta cittadina di applicare la tassa di soggiorno, consegna al territorio provinciale modenese, il primato a livello regionale per l’attuazione di questo balzello. Modena segue di fatto Maranello e Bologna, ma nessun altro comune in Emilia Romagna, “Con effetti – fa sapere Daniele Cavazza di Assohotel-Confesercenti Modena – destinati a ripercuotersi non solo sul turismo, quanto piuttosto sull’intero sistema economico cittadino.
“Qui non si rischia solamente – prosegue Cavazza – di frenare lo sviluppo del settore propriamente turistico, sul quale si è investito per altro parecchio, quanto di affossare un comparto consolidato come quello del turismo d’affari che conta oltre 480 mila presenze l’anno. Forse – continua – non tutti sono a conoscenza del fatto che il 90% di chi soggiorna nelle strutture alberghiere cittadine lo fa motivi di business, ospiti principalmente di aziende modenesi. Le stesse sulle quali, già grava l’imposta di soggiorno. Data quindi questo incremento dei costi appena deliberato, queste aziende potrebbero benissimo decidere di non far più soggiornare a Modena i loro ospiti. Con la conseguente ricaduta negativa anche per ristoranti, bar ed esercizi commerciali di vario tipo, attivi sul territorio comunale”.
Da ultimo e non per minor importanza, il danno che si andrà arrecare in termini occupazionali. L’apertura della Casa Museo Enzo Ferrari aveva contribuito alla programmazione di un certo numero di nuove assunzioni all’interno delle strutture ricettivo-alberghiere cittadine in considerazione anche dell’incremento di turisti previsto per il periodo estivo e primo autunnale. Oltre naturalmente al mantenimento in attività di esercizi altrimenti chiusi durante i mesi estivi. Con la scelta di applicare la tassa di soggiorno queste eventualità e in primo luogo quella occupazionale, non solo si riducono ai minimi termini, ma di fatto verranno accantonate da molti imprenditori del settore”.
“Tutto ciò, è stato ponderato attentamente? – chiede Cavazza, concludendo – Dato che il rischio, per tentare di incamerare appena 300 mila euro – a tanto ammonterebbe il recupero previsto dal comune dall’introduzione della tassa di soggiorno, una parte per altro molto ridotta del Bilancio – è quello di danni ben peggiori, e per l’intero sistema economico della città”.