“Il decreto legge approvato il 6 giugno scorso che contiene gli interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dal sisma del 20 e 29 maggio ha sollevato non poche perplessità in merito alla ripresa dell’attività delle imprese che non hanno subito danni”.
“Ovviamente”, afferma il presidente di Confindustria Modena Pietro Ferrari, “non si mette in discussione l’obiettivo della massima sicurezza, che è sempre stato e continua a essere una priorità assoluta per Confindustria Modena.
Ma si denota una rigidità ancora troppo forte e generalizzata nel punto in cui il decreto cerca di coniugare la sicurezza con la necessità di ridare fiato alle imprese.
In particolare, l’articolo 3 ha bisogno di essere modificato.
Così com’è impedisce di fatto la ripresa dell’attività anche per le aziende che non hanno subito danni e i cui capannoni sono stati verificati dai tecnici dopo aver sopportato le scosse più forti.
Ieri il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dichiarato che ‘solo la nostra esperienza sul campo’ può dire se questo decreto funziona.
Ebbene, su questo punto è essenziale intervenire.
Confindustria Modena ha già elaborato una proposta di modifica che invierà nelle sedi competenti.
Vorrei precisare che gli emendamenti che noi proponiamo facevano parte di una relazione tecnica per l’emergenza post sisma che avevamo elaborato insieme a docenti della facoltà di Ingegneria di Modena, all’Ordine degli ingegneri di Modena e a esperti nazionali e internazionali di ingegneria delle costruzioni e successivamente consegnato alla Regione e al Governo prima dell’approvazione del decreto.
Devo dire che alcune delle misure contenute in questa relazione sono state recepite.
Ma l’emendamento all’articolo 3 è una misura essenziale se vogliamo davvero che che la nostra industria si risollevi.
Gli esperti e i tecnici ci dicono che in determinate situazioni la messa in sicurezza delle fabbriche e la ripresa dell’attività produttiva possono andare di pari passo.
Facciamo un ulteriore sforzo, e qui mi rivolgo espressamente alla Regione e al Governo, per consentire al nostro sistema imprenditoriale di sopravvivere”.