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Legacoop Reggio: i dati sui bilanci preconsuntivi 2011 e le previsioni 2012

Legacoop Reggio Emilia ha presentato alla sua Direzione un’analisi dei preconsuntivi 2011 e le previsioni per il 2012. In uno scenario ormai di recessione le cooperative aderenti a Legacoop hanno messo in luce andamenti in parte contrastanti in funzione dei diversi settori di attività. Nel 2011 sono confermate le performance complessivamente positive del comparto agroalimentare e dei servizi, una buona tenuta della cooperazione sociale e del commercio, mentre permangono problematiche nei settori delle costruzioni, dell’edilizia abitativa e in alcuni comparti del manifatturiero. “In particolare – spiega la presidente di Legacoop Simona Caselli – un elemento di fortissima preoccupazione è rappresentato dall’aumento del fabbisogno finanziario dovuto all’allungamento nei tempi d’incasso e alla riduzione dell’autofinanziamento generato dalla gestione con un sistema creditizio rigido e costi di raccolta notevolmente incrementati, non solo verso piccole realtà ma anche nei confronti di imprese solide e ben patrimonializzate. Se non si mette mano con urgenza al problema del credito e dei pagamenti ritardati oltre ogni limite accettabile da parte di molte pubbliche amministrazioni la situazione per le aziende diventerà drammatica. A ciò si aggiunga anche l’aumento della tassazione per le imprese”.

L’agroalimentare ha confermato nel 2011 il proprio trend parzialmente anticiclico, soprattutto per quei settori più strettamente connessi al Parmigiano Reggiano. Si evidenziano performance positive per il mangimistico molitorio, qualche difficoltà in più nel comparto zootecnico con andamento altalenante del comparto suinicolo, in ulteriore consolidamento il settore vitivinicolo. Il 2012 per il settore agroalimentare non dovrebbe evidenziare variazioni significative.

Nell’industria il comparto degli imballaggi alimentari, registra una sostanziale tenuta dei volumi nel 2011, che dovrebbe confermarsi nel 2012. Sul fronte degli inerti si confermano le difficoltà legate al mondo dell’edilizia. Il settore dei prodotti petroliferi ha evidenziato un aumento del fatturato dovuto alla crescita significativa del prezzo del petrolio.

Il comparto delle costruzioni insieme a quello industriale è senza ombra di dubbio quello più colpito dalla crisi; alle criticità di segmenti caratterizzati da un assoluto immobilismo sul fronte della domanda, si aggiunge una crescente avversione da parte del sistema creditizio a supportare le imprese con le risorse finanziarie necessarie. Si evidenzia comunque un apporto positivo delle grandi opere infrastrutturali, delle concessioni pubbliche, degli interventi di riqualificazione urbana ad alto coefficiente di complessità, e del settore ambientale. Diversificazione delle attività, aumento delle operazioni in partnership per ridurre il rischio imprenditoriale e ripartire il carico finanziario dell’intervento, crescita dell’attenzione verso l’estero, sono tra le azioni intraprese dalle cooperative. Il 2012 presenterà un valore della produzione consolidato in lieve incremento per effetto d’importanti commesse pubbliche, mentre si prevede rimanga compressa la marginalità.

Nel settore commercio La crisi economica ha ridotto progressivamente il potere d’acquisto e le potenzialità di spesa delle famiglie e negli ultimi mesi del 2011 si è assistito a un rallentamento della domanda anche dei generi alimentari. Il valore della produzione risulta in crescita per effetto dell’apertura di nuovi punti vendita, ma si riduce in misura significativa la marginalità caratteristica. Anche l’esercizio 2012 non dovrebbe evidenziare rilevanti inversioni di tendenza, con una domanda interna sempre più indebolita. Si prevede un giro d’affari in sensibile aumento per effetto soprattutto di operazioni di acquisizione, ma con condizioni di marginalità sempre più risicate .

Nei servizi l’esercizio 2011 ha messo in luce un consolidamento dei volumi raggiunti nel comparto della ristorazione, con importanti operazioni di concentrazione aziendale. Per il comparto dei trasporti i buoni risultati in termini economici, con fatturato in crescita e marginalità positiva, sono penalizzati dall’allungamento nei tempi di incasso e dalla crescita significativa dei rischi di insolvenza. Si confermano positive le performance nella vigilanza e nei servizi ospedalieri, mentre difficoltà sempre più accentuate emergono nelle pulizie e nella logistica, in cui vige la logica di assegnazione degli appalti che premia il massimo ribasso piuttosto che la qualità del servizio e la crescita smisurata della concorrenza, con comportamenti che sforano gli ambiti della legalità.

Pur in presenza di tassi di crescita decisamente piĂą contenuti, il comparto della cooperazione sociale prosegue nel percorso di sviluppo. Il 2011 registra ancora una crescita del valore della produzione aggregato, grazie alla gestione di nuovi servizi e nuove strutture, prevalentemente fuori regione. Si sconterĂ  tuttavia una erosione dei margini reddituali di fronte ad un contesto pubblico con minori risorse a disposizione e tempi di incasso ormai fuori da qualsiasi logica economico-finanziaria. Previsioni che si accentueranno nel 2012, con forti preoccupazioni particolarmente per le cooperative piĂą piccole e di inserimento lavorativo

“Per l’esercizio 2011 i bilanci consuntivi – conclude Simona Caselli – dovrebbero confermare un valore della produzione complessivo di oltre 7 miliardi di euro (+4%), ma scontando una contrazione generale della marginalità netta. Il peggioramento della situazione si è manifestato soprattutto nel secondo semestre del 2011, anche in coincidenza con la crisi finanziaria e la stretta creditizia, per cui il 2012 non si apre con segnali di reali inversioni di tendenza mentre risulta in significativo peggioramento l’accesso al credito, compreso quello a sostegno del circolante aziendale. Il valore della produzione dovrebbe confermare i livelli conseguiti nel corso del 2011, e registrare un incremento per effetto di alcune operazioni di acquisizione. Tiene complessivamente l’occupazione, pur essendo aumentato, per ragioni congiunturali, il ricorso agli ammortizzatori sociali in particolare nel settore dell’industria e delle costruzioni”.
















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