Ritiro dei licenziamenti e sospensione della procedura di mobilità è l’obiettivo dell’incontro di oggi al Ministero, presente anche la Golden Lady per dare gambe all’ipotesi di reindustrializzazione dello stabilimento di Faenza (il dott. Castano nell’incontro tenutosi il 20 scorso in Regione ha anticipato alle OO.SS. l’esistenza di un investitore che opera nell’arredamento e che ha un progetto di espansione che potrebbe assorbire almeno 120 occupati degli attuali 237 Omsa) non servono infatti forzature o provocazioni ma strumenti per accompagnare la riconversione e la riqualificazione.
Ministero e Regione possono disporre pertanto di ulteriori periodi di Cigs (almeno 1 anno) e di piani e progetti seri di formazione, ma è l’azienda che deve richiederli rimuovendo la lettera inviata il 27 dicembre u.s.. Se la proprietà vuole mantenere un clima di confronto e “risarcire” il territorio faentino del pesante impatto determinato dalla decisione di delocalizzare in Serbia (per salvare il gruppo?! Scic come ha dichiarato Nerino Grassi) sa cosa deve fare: – favorire la cessione dello stabilimento per un progetto di reindustrializzazione; – ricercare soluzioni di reimpiego nel territorio anche con l’impegno di Confindustria; – allungare gli ammortizzatori sociali; – mettere risorse per l’incentivo all’esodo volontario.
(Giordano Giovannini, Segretario Generale FILCTEM Emilia Romagna)