Saranno 62 le farmacie che in provincia di Modena si aggiungeranno a quelle oggi esistenti (171 tra private e comunali) se il quorum attualmente previsto nel Decreto sulle liberalizzazioni – una farmacia ogni 3mila abitanti – non sarà rivisto verso l’alto. In altre parole, in termini percentuali, l’incremento arriverebbe al 36%. Solo nella città di Modena ci sarebbero 16 nuove aperture. “È impensabile che questo non si rifletta pesantemente sulla tenuta della rete, sulla qualità e sicurezza del servizio che offriamo e, aggiungo, anche sulla qualità del lavoro di coloro che operano all’interno della farmacie. Difficile credere che a fronte di fatturati già oggi in flessione tanto che nel 2010 la diminuzione media è stata superiore al 10%, a causa del calo del costo dei farmaci e della costante crescita della distribuzione diretta dei medicinali, non si incida sulla qualità dei servizi. Calo dei costi dei” sottolinea con preoccupazione Silvana Casale, che rende note le “conseguenze numeriche” che avrebbe l’introduzione delle nuove regole proposte dal Governo.
“In questi giorni si parla solo dei prezzi dei farmaci e di quanto questi si abbasserebbero attraverso le liberalizzazioni. Pochissimi, invece, parlano di salute e cioè di un diritto garantito dall’articolo 32 della Costituzione, che nel nostro Paese trova concreta e quotidiana applicazione grazie al Servizio Sanitario Nazionale del quale le farmacie del territorio sono parte integrante e vitale. Il modello italiano di sanità, solidale e universalistico, certamente è migliorabile e va reso più moderno. Le farmacie sono pronte a sostenere questa evoluzione purché si parli prima di tutto di salute dei cittadini. Se davvero si vuole tutelare la salute di tutti e non puntare solo a un presunto risparmio sul costo dei farmaci questo deve essere un punto fermo. E poi ricordiamo che il prezzo dei medicinali non lo fissa il farmacista altrimenti la confusione cresce ulteriormente. Il prezzo lo determina lo Stato. A ciò va aggiunto che l’eccessivo numero di farmacie farò entrare dalla finestra ulteriori costi a carico dello Stato che sarà tenuto, come previsto dalla legge a sostenere le farmacie rurali sussidiate” prosegue Silvana Casale.
Federfarma comprende che nella foga di commentare, criticare, anche contestare i contenuti del cosiddetto Decreto “Salva Italia” si possa arrivare a semplificazioni eccessive che portano a giudizi sommari e alla ricerca di scorciatoie molto seducenti, ma dalla discutibile utilità reale per il cittadino. A meno che non si voglia affermare che l’apertura di nuove farmacie e un presunto risparmio giustifichi lo smantellamento progressivo di un sistema che funziona e offre garanzie di professionalità, qualità, sicurezza e piena e reale indipendenza. Se guardiamo all’Europa appare evidente che si andrebbe a determinare una situazione anomala e ci allontaneremmo dagli standard comunitari. Per questo difendiamo un modello di farmacia che resti protagonista di una sanità pubblica solidale e universalistica.
“Per questo, sempre che non siano introdotti dei correttivi, confermiamo che il primo febbraio anche a Modena e provincia come nel resto d’Italia, sospenderemo il servizio per un’intera giornata con l’obiettivo di riportare l’attenzione del Governo sui rischi che deriverebbero dall’apertura di un numero eccessivo di nuove di farmacie. Ci spiace molto creare dei disagi ai cittadini, ma se il dialogo a Roma non riprende non vediamo altre strade praticabili ” conclude Silvana Casale.
Naturalmente sarà garantito il servizio essenziale attraverso le farmacie di turno.