Il capogruppo Pd in Consiglio comunale a Modena Paolo Trande interviene nel dibattito sulla costruzione del bilancio del Comune di Modena. Il welfare va salvato ma la leva fiscale andrà attivata. Nonostante Modena sia una città sostanzialmente senza debiti si vede penalizzata per far fronte al debito dello Stato. La sua dichiarazione:
«E’ una manovra di bilancio drammatica, epocale. Il fabbisogno stimato si aggira sui 28 milioni di euro e impone scelte drastiche, senza precedenti. Corrisponde a circa il 13,5% della spesa corrente e a circa il 25% del totale, al netto della parte incomprimibile del bilancio (stipendi, contratti, utenze etc). Ci arriviamo dopo due anni di razionalizzazioni ed efficientamenti (2010-2011): 16 milioni di risparmi (buona parte strutturali) sono già stati realizzati, ci sono già 100 dipendenti in meno (dagli originari 1.950 si è passati a 1.850), anche i dirigenti sono 5 di meno (da 42 si è passati a 37).Trovare il mix giusto tra rigore ed equità non è semplice. Trovare il rapporto quantitativo giusto tra risparmi e nuove entrate è difficile. Noi abbiamo utilizzato come linea-guida un criterio ideale e politico non solo gestionale: il limite da non superare è il punto dopo il quale risulta troppoalto il rischio di perdita di funzionalità, di potere di coesione sociale, di offerta di pari opportunità (anche di genere) e di ricadute positive sulla nostra economia. Con un surplus di innovazione nelle modalità di gestione (senza privatizzazioni selvagge) proveremo a mantenere ferma la barra dei nostri servizi essenziali anche per sostenere lo sviluppo della città. Sappiamo perfettamente che utilizzare la leva fiscale, costretti dalle manovre finanziarie dei Governi Berlusconi (2/3 del totale) e Monti (1/3) è doloroso ma la scelte saranno improntate alla massima equità possibile con gli scarsi strumenti che abbiamo a disposizione: IMU, lotta alla evasione fiscale, addizionale IRPEF e tassa di soggiorno. Tra l’IMU e l’IRPEF il carico sarà quasi esclusivamente sull’IMU e, la quota di IRPEF, vedrà una ampia fascia di esenzione. In assenza di una patrimoniale nazionale (tassazione delle rendite finanziarie, dei patrimoni e dei capitali scudati e nascosti nei paradisi fiscali bloccati per responsabilità del PdL), costretti a ricorrere alla leva fiscale cerchiamo intanto noi di applicare, in maniera imperfetta lo sappiamo, il principio “chi più ha più dà”. Ma lo faremo con misura ovvero utilizzando meno della metà del potenziale di tassazione del Comune che è stimato sui 43 milioni di euro. Avvieremo una lotta senza quartiere agli evasori, ai morosi delle rette comunali e daremo corpo ad una prima iniziativa di tagli, fosse anche solo come esempio di condivisione dei sacrifici, un taglio dei “costi diretti e indiretti della politica”. Siamo ad un punto di svolta nella storia amministrativa della città. Paghiamo colpe non nostre e nonostante Modena sia una città sostanzialmente senza debiti (virtuosa) si vede penalizzata per fare fronte al debito dello Stato».