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Sindaci Pd su Fondazione Manodori

La Fondazione Manodori deve cessare di essere fondazione bancaria e diventare realmente Fondazione di Comunità.

Per fare ciò riteniamo indispensabile la progressiva, rapida e costante dismissione di quote significative della partecipazione dal titolo azionario di Unicredit banca, compatibilmente con i valori di mercato e non penalizzante rispetto alle quotazioni iscritte a bilancio.

Serve da subito una consistente diversificazione del patrimonio verso altri investimenti a basso rischio e rendimento garantito che salvaguardino la costante erogazione per le finalità della Fondazione come avviene in altre città.

Differenziare dal settore bancario significa uscire da quella commistione tra finanza e potere che ha prodotto negli ultimi 15 anni discussioni e ambiguità rispetto alla vera mission della Fondazione.

Fondazione di Comunità significa garantire al territorio quelle elargizioni che sostengono, non solo il volontariato e la cultura, ma anche il sistema dell’istruzione e delle scuole dell’infanzia pubbliche e paritarie sulle quali il nostro territorio si è sempre distinto.

Pertanto, pur non condividendo le recenti decisioni assunte dalla Fondazione in merito all’acquisto di ulteriori titoli Unicredit, anche con la vendita di fondi di investimento ritenuti sicuri, la nostra proposta è di guardare oltre.

E’ urgente che la Fondazione ed in primis il presidente aprano una fase nuova dove al centro quali priorità assolute e inderogabili vengano poste la diversificazione del patrimonio, il mantenimento delle elargizioni, nonché una seria e trasparente modifica dello statuto con l’abolizione, in primis, del principio antidemocratico di cooptazione.

Per aprire questa nuova fase è indispensabile l’allargamento alle migliori rappresentanze economiche e sociali del territorio ed un forte coinvolgimento nelle future decisioni, degli enti locali democraticamente eletti da tutti i cittadini.

Basta maggioranze autoreferenziali, la Fondazione deve aprirsi per condividere in modo largo le decisioni che riguardano tutta la comunità.

Se ciò non dovesse avvenire, sarebbero pesanti le responsabilità, anche individuali, di coloro che non hanno saputo salvaguardare il valore patrimoniale della Fondazione mettendo a rischio le future elargizioni in favore della comunità reggiana.

Pertanto diamo da subito la disponibilità ad allargare il confronto sulle future decisioni.

 

 

Lettera firmada da i sindaci:

Graziano Delrio, Reggio Emilia

Lorena Baccarani, Rubiera

Paola Baraldi, Campagnola Emilia

Fabrizio Bellelli, Rio Saliceto

Barbara Bernardelli,. Reggiolo

Mauro Bigi, Vezzano sul Crostolo

Mirca Carletti, San Polo d’Enza

Paola Casali, Bagnolo in Piano

Silvana Cavalchi, Cadelbosco di Sopra

Andrea Costa, Luzzara

Paolo Colli, Montecchio

Raul Daoli, Novellara

Vincenzo Delmonte, Cavriago

Martino Dolci, Ramiseto

Sara Garofani, Vetto

Massimo Gazza, Boretto

Alessandro Govi, Busana

Antonella Incerti, Albinea

Marzio Iotti, Correggio

Michele Lombardi, Toano

Massimiliano Maestri, Guastalla

Gianni Maiola, Gattatico

Alessio Mammi, Scandiano

Giammaria Manghi, Poviglio

Gian Luca Marconi, Castelnovo ne’ Monti

Leonilde Montemerli, Carpineti

Marcello Moretti, Sant’Ilario d’Enza

Enzo Musi, Canossa

Alberto Ovi, Baiso

Luca Parmiggiani, Fabbrico

Giorgio Pregheffi, Ligonchio

Gian Franco Rinaldi, Casina

Gian Luca Rivi, Castellarano

Andrea Rossi, Casalgrande

Vanna Scaltriti, Rolo

Andrea Tagliavini, Quattro Castella

River Tagliavini, Campegine

Sandro Venturelli, Bibbiano

Giuseppe Vezzani, Brescello

Oreste Zurlini, San Martino in Rio

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