Morale della favola: chi chiude il dialogo non è di certo il Guernica ma si evince, attraverso le parole dell’assessore Poggi, che a chiudere è l’amministrazione.
Qui non si tratta di voler rinunciare o andare avanti con future occupazioni, il dato di fatto e concreto che manca in tutta questa discussione è la volontà seria da parte dell’amministrazione di impostare un dialogo che parli di cose concrete e non fatto a spot o con chissà quali promesse, che vediamo tutti i giorni, nei confronti della città venire a mancare. Promesse che il Guernica verso la città ha sempre rispettato, dando risposta a centinaia di persone, aprendo spazi a decine d’iniziative e laboratori, togliendo dal degrado stabili fatiscenti.
A differenza di quello che dichiara l’amministrazione, il Guernica ha sempre detto pubblicamente quali sono le sue idee rispetto all’eventuale assegnazione di un posto e la sua riqualificazione: siamo disponibili a fare tutti i passi legislativi necessari. Anzi abbiamo sempre dialogato al ribasso in merito a questa soluzione, ribadendo che a noi può andare bene un qualsiasi stabile da riqualificare, che ci possa permettere di continuare le nostre attività sociali, culturali e ludiche, per poi a nostre spese sistemare il posto a “regola d’arte”, rispettando “osservanza della normativa in materia di impiantistica, di allacciamenti alle utenze, di osservanza dei limiti di capienza dei locali e di rumore”, per riprendere solo alcune parole dell’assessore.
Come seconda cosa emerge ancora una volta, dalle parole dell’amministrazione qual è il reale meccanismo che mette in atto rispetto all’ambiente dell’associazionismo modenese ma non solo: o la pensi come il comune e allora il dialogo è più semplice e agevolato e forse un posto te lo trovano, oppure se porti idee, modi di fare e di agire diversi, ogni strada e dialogo si chiude. L’amministrazione evidentemente vuole rimanere ottusa rispetto al progetto Guernica dimenticando, senza volere mai entrare nel merito, il valore aggiunto a livello sociale che ha e può avere il Guernica per la città di Modena, soprattutto ora in una situazione politica, socio culturale che sta giorno dopo giorno peggiorando e andando alla deriva. Ma soprattutto rispolvera il vecchio concetto di legalità, dimenticando ancora una volta quello che realmente pensa la città rispetto a questo concetto nei suoi confronti soprattutto in merito ai vari progetti che quest’amministrazione vuole e sta portando avanti o ancora la propria difficoltà (presunta o reale) di estirpare quelle che sono le infiltrazioni mafiose in città.
Allora siamo di nuovo a ribadire che il reale problema della città di Modena non è il Guernica e che evidentemente l’idea che giovani e anziani, lavoratori, studenti, precari, disoccupati abbiano un posto dove poter utilizzare la propria testa, esprimere le proprie idee, trovare una socialità che parte dal basso diversa da quella che i poteri forti di questa città ci vuole imporre, non piace proprio a quest’ultimi che credono ancora, dopo oltre mezzo secolo di governance locale, di poter governare come dicono loro questa città.
Oggi non è più così, a Modena c’è una parte di città che ha ricominciato a pensare, esporre le proprie idee, riprendersi in mano la propria vita e questo sicuramente, ne siamo certi, grazie al Guernica e ne è la dimostrazione la forte solidarietà che si è creata attorno al Guernica dopo lo sgombero.
(Guernica)