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Commercio modenese, approvato il Poic; Sirotti: “Sviluppo e occupazione”

Tutte confermate dal Consiglio provinciale di Modena, che lo ha approvato definitivamente nella seduta di mercoledì 14 dicembre, le decisioni del Piano per gli insediamenti commerciali (Poic) adottato lo scorso luglio. Le uniche modifiche riguardano l’accoglimento di alcune osservazioni che precisano meglio le scelte di pianificazione, la correzioni di errori materiali e l’integrazione del Piano, su richiesta della Regione, con l’indicazione esplicita che negli insediamenti si dovrà tenere conto del progetto di tutela e valorizzazione del paesaggio denominato “Contratto di fiume/paesaggio del medio Panaro”.

Il provvedimento ha ottenuto il voto favorevole di Pd, Italia dei Valori e gruppo Misto; contrari Pdl, Lega nord. La richiesta del capogruppo del Pdl Dante Mazzi di sospendere il provvedimento in attesa dell’approvazione della manovra del governo è stata bocciata con il voto di Pd, Idv, gruppo Misto (a favore Pdl e Lega).

«Nessuna delle osservazioni, complessivamente una dozzina, metteva in discussione l’impianto del Piano – ha sottolineato l’assessore alle Politiche per l’economia locale Daniela Sirotti Mattioli – né sugli aspetti commerciali né su quelli di sostenibilità ambientale e territoriale. Si tratta di un Piano ragionevole ed equilibrato, che tiene conto delle esigenze dei Comuni e, senza stravolgere l’assetto del settore, offre opportunità di sviluppo, consente di mettere in campo nuovi investimenti e di creare posti di lavoro. In questa prospettiva – ha aggiunto l’assessore – lo troviamo molto in sintonia con l’appello per le liberalizzazioni lanciato oggi da alcune importanti organizzazioni cooperative al governo affinché nel commercio siano eliminati vincoli eccessivi alla concorrenza».

Il Piano, nell’ambito della scelta di privilegiare le riqualificazioni degli edifici esistenti, senza “consumo” di nuovo territorio, prevede due nuove strutture di vendita non alimentari, una sola delle quali, quella di via Morandi a Modena, realizzabile a breve (l’altra, a Concordia, è collegata alla realizzazione del casello dell’autostrada Cispadana). Rispetto alla precedente programmazione, inoltre, il nuovo Poic comprende cinque riqualificazioni di strutture esistenti (a Campogalliano, Castelfranco, Sassuolo, Formigine e Finale Emilia); l’inserimento di una superficie di vendita alimentare nell’area ex-Sicem dell’Appalto di Soliera, struttura già prevista dal precedente Piano (l’alimentare sarà al massimo di 2 mila metri, 500 dei quali da trasferimento; un accorpamento di medie strutture esistenti a Fiorano; il trasferimento di una previsione commerciale precedente in un’altra area, sempre a Castelfranco. Sono cinque, inoltre (quattro a Mirandola e una a Bastiglia) le aree con previsioni commerciali che vengono depianificate. Infine, vengono confermate 39 previsioni del precedente Piano.

Il Poic, che ha rilievo provinciale e sovracomunale ed è accompagnato dalla Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (Valsat), definisce gli obiettivi delle politiche per il commercio, gli ambiti sovracomunali di programmazione, individua i poli funzionali, i criteri per la localizzazione e il dimensionamento delle grandi strutture di vendita e di quelle che, per dimensione e localizzazione, assumono rilevanza sovracomunale. Fissa inoltre l’incremento massimo ammesso di superficie di vendita per le grandi strutture, per garantire una graduazione nel tempo delle previsioni e la sostenibilità della rete commerciale.

IL DIBATTITO: “PROBLEMI IRRISOLTI”, “NO, EQUILIBRIO E SVILUPPO”

Il Piano operativo per gli insediamenti commerciali (Poic) della Provincia di Modena è stato approvato in via definitiva dal Consiglio provinciale con il voto favorevole di Pd, Idv e gruppo Misto e quello contrario di Pdl e Lega nord. Giudizio negativo per Dante Mazzi (Pdl) che considera il Poic «basato su dati obsoleti resi ancora più inattuali dalla particolarità del momento economico», e contesta «la totale mancanza di concertazione, che ha portato a non accogliere le proposte di correzione venute non da una sola parte ma ad ampio raggio, e le contraddizioni irrisolte delle previsioni su Soliera, Formigine e via Morandi». Il capogruppo Pdl ha poi ribadito che «sarebbe stato doveroso attendere le decisioni del Governo che incideranno in modo significativo sul nostro futuro senza ostinarsi ad approvare il Piano». Per Davide Baruffi (Pd), al contrario, all’approvazione del Poic si è arrivati «con un percorso molto partecipato e giustamente ristretto nei tempi. La politica ha avuto il coraggio di sollecitare un confronto non formale e di mettersi dalla parte di chi domani vorrà investire, stabilendo regole coerenti con le norme europee e nazionali senza aggiungere vincoli ulteriori allo sviluppo». Dello stesso parere anche Sergio Pederzini (Idv) che ha osservato inoltre come «siano state rispettate le esigenze del mercato». Secondo Luca Gozzoli (Pd) è «importante che il Piano abbia tenuto in considerazione sostenibilità e recupero dell’esistente e mantenuto un saldo basso, in un equilibrio non semplice da raggiungere». Il capogruppo Pd ha poi osservato che bisogna tenere conto del fatto che «soprattutto in questo tempo di crisi, sono i consumatori che dettano le modalità, anche nuove, di consumo alle quali i commercianti dovranno adeguarsi. Già oggi, e ancora di più nel futuro, l’espansione degli acquisti via internet sposta la concorrenzialità di un venditore dalla superficie di vendita ai prezzi e all’efficienza del servizio». Stefano Corti (Lega nord), annunciando il voto contrario si è domandato «quanti posti di lavoro il Poic farà perdere a fronte di quelli che saranno creati», mentre Patrizia Cuzzani (gruppo Misto) ha chiesto «attenzione per una maggiore valorizzazione dei prodotti tipici locali che non può sicuramente avvenire attraverso i centri commerciali ma creando le condizioni per lo sviluppo delle botteghe storiche».

Mauro Sighinolfi (Pdl) ha affermato che il Piano «guarda solo agli obiettivi della grande distribuzione e penalizza la libera concorrenza oltre a non tener conto del momento di crisi del commercio e a non portare nuova occupazione». Per il collega di partito Bruno Rinaldi invece il Poic, «pur con tutti i numerosi difetti che ha, smuove qualcosa sul piano economico e propone una visione del futuro» e per Ennio Cottafavi (Pd) la politica ha svolto il suo ruolo mediando tra gli interessi di tutti i soggetti «compresi i consumatori, che vanno difesi». Monica Brunetti (Pd) ha apprezzato l’attenzione per l’impatto ambientale delle strutture e auspicato, oltre al monitoraggio dei dati del traffico relativi ai nuovi insediamenti, anche «un’assunzione di responsabilità da parte dei Comuni sui tempi e le modalità di attuazione del piano».
















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