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‘Il prezzo della criminalità organizzata’. Se ne parla domani sera in Gabella a Reggio

Mercoledi 14 dicembre alle ore 21 ospite alla Gabella all’interno dell’appuntamento della Scuola di etica e politica Giacomo Ulivi si parlerà dei costi economici della mafia, non solo per le regioni in cui la mafia è una presenza endemica, ma per tutto il paese. A tenere la lezione sarà il prof. Paolo Pinotti che ha elaborato un importante studio per la Banca d’Italia nel corso del 2010 (sotto la direzione di Mario Draghi) e attualmente in organico all’Università Bocconi di Milano.

Un analisi del fenomeno mafioso che non si propone di ragionare sulle ragioni storiche della sua presenza, ma di valutare le conseguenze economiche della mafia.

La presenza invasiva e la quotidianità storica del crimine organizzato in alcune regioni del sud – e oggi sempre più anche al nord – è un fenomeno tristemente noto. Meno note sono certamente le conseguenze che questo fenomeno ha sullo sviluppo dell’economia in quelle aree e gli effetti di contaminazione che produce.

PINOTTI. Paolo Pinotti nostro concittadino, neo docente all’università Bocconi al dipartimento di analisi delle politiche e public management e funzionari del servizio studi della Banca d’Italia ha cambiato la prospettiva ragionando non più sulle cause ma sugli effetti che la criminalità organizzata ha prodotto su due regioni meridionali, Puglia e Basilicata, solo “recentemente” intaccate dal fenomeno mafioso.

In queste due aree, infatti, fino agli inizi degli anni Settanta, la camorra, l’ndrangheta e la mafia, storicamente insediate nelle regioni limitrofe di Campania,Calabria e Sicilia, nonavevano una presenza significativa. Ma la necessità di trovare nuove vie internazionali al contrabbando di sigarette, l’utilizzo di Puglia e Basilicata come sedi per il soggiorno obbligato di numerosi criminali i fondi per la ricostruzione del terremoto del 1980 hanno portato a una progressiva espansione delle organizzazioni criminali, fino ad arrivare all’autonomia negli anni 80 in Puglia della sacra corona unita. Questo decisivo passaggio di ruolo determina per queste due regioni una nuova controtendenza alle fasi di sviluppo.

Guardando a queste due regioni, Pinotti dimostra come la presenza di organizzazioni mafiose incida sullo sviluppo economico di un territorio, non solo in termini di costi diretti per le imprese e il territorio (pagamento del pizzo, aumento delle persone emigranti e perdita di capitale umano) ma anche in termini di variabili strategiche e aggregate delle sviluppo stesso,producendo ritardi nella crescita non solo per le regioni interessate ma per tutte le aree.

Un analisi economica che attraverso lo sguardo sui numeri permette di riflettere sui percorsi passati e presenti del nostro paese, dimostrando ancora una volta come il fenomeno mafioso non sia un fenomeno relegato ad alcuni contesti e situazioni ma sia qualcosa che tocca tutti noi e su cui tutti devono misurare le proprie responsabilità.

















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