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Qua.dir organizza gli “Aperitivi con il futuro”

Il Mic, Management per l’Impresa Cooperativa, è un corso di alta formazione per quadri e dirigenti cooperativi che utilizza docenti di varie università selezionati e coordinati in un progetto formativo originale da Qua.Dir, società di Legacoop Reggio Emilia e Legacoop Modena. Oltre duecento dirigenti cooperativi emiliani, liguri e lombardi hanno partecipato alle sue varie edizioni.

Quest’anno al corso base Qua.Dir affianca ‘Aperitivo con il futuro’, una iniziativa sperimentale che riunisce i precedenti corsisti reggiani e altri dirigenti delle maggiori cooperative del territorio per un aggiornamento formativo con alcuni dei migliori docenti del Mic. L’obiettivo è quello di raccontare ciò che si muove oggi nella società, nell’economia, nella politica e nelle aziende per inquadrare nuove logiche di azione nella generale incertezza che mette in discussione le convinzioni e i prodotti accademici acquisiti. Le discussioni avvengono con un format informale e accattivante: a fine pomeriggio, in un bar a completa disposizione, attraverso una relazione introduttiva del docente e un libero confronto tra i presenti.

“L’idea di aggiungere al programma originario anche alcuni eventi in collaborazione con Arci Fuori Orario – spiega Raffaella Curioni presidente di Qua.dir – nasce dalla convinzione che già un dirigente d’impresa deve avere una formazione culturale ampia, non specialistica, per essere in grado di capire gli eventi, scegliere nell’incertezza e soprattutto governare l’organizzazione delle persone.

Il primo aperitivo, “Welfare al verde?” è stato organizzato con Daniele Donati, docente di Diritto delle Amministrazioni Pubbliche all’Università di Bologna.

Di grande interesse gli argomenti affrontati da Donati, a cominciare dal tema del welfare, che è stato esaminato anche dal punto di vista storico, e dalle conquiste dei diritti sociali del secolo scorso. Donati ha poi spiegato che una possibile risposta ai problemi del welfare è quella della sussidiarietà orizzontale prevista dall’articolo 118 della Costituzione Italiana, che privilegia l’iniziativa privata rispetto alla gestione pubblica dei servizi sociali. Del resto – ha aggiunto Donati – già l’articolo 38 della Costituzione prevede la libertà di iniziativa privata quando essa si attiva e lo stato deve “favorirla”. Le istituzioni pubbliche dovrebbero abbandonare le prestazioni erogate direttamente quando altri (privati, fondazioni, cooperazione) sono in grado di svolgerle ma con l’avvertenza di non ritirarsi di fronte ad un privato qualsiasi, bensì affidandole in modo controllato ad un soggetto di loro fiducia; con l’ulteriore avvertenza che cambiano le condizioni ambientali da territorio a territorio, che cambiano nel tempo i bisogni e i modi di perseguimento, per cui tra soggetti pubblici, privati e del privato sociale deve esserci interscambio, alternanza e non assolutamente presenze automatiche. Per Donati occorrono soggetti di privato sociale efficienti e flessibili, che garantiscono nel tempo il servizio, e regole per definire le responsabilità degli operatori non solo verso gli utenti del servizio ma anche verso tutta la società, perché gli altri principi costituzionali (come libertà e uguaglianza) devono essere massimamente rispettati.

Tra Stato, iniziativa privata e terzo settore non c’è antagonismo, deve esserci un dialogo funzionale e libero da ideologismi, basato sulla verifica dei risultati. “Siamo tutti pronti a questo? – si è chiesto Donati – Il privato e il privato/sociale forse, la funzione pubblica ancora no”.

Gli “aperitivi con il futuro” proseguiranno il 19 gennaio 2012, con l’incontro “Dalla finanza ai buchi neri”. Ne parlerà Fabrizio Bencini, collaboratore de Il Sole 24 Ore per la Finanza operativa e straordinaria.

















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